Antonello Montante, l’imprenditore di Serradifalco finito nell’inchiesta coordinata dai magistrati della Dda Nissena, si è difeso dall’accusa di avere cercato di inquinare le prove a seguito del suo arresto.
Nella tarda mattinata, assistito dai suoi legali, gli avvocati Nino Caleca e Giuseppe Panepinto, Montante si è presentato davanti ai giudici del Tribunale del Riesame di Caltanissetta. Ai togati l’ex presidente di Sicindustria ha ribadito, come già era accaduto nell’interrogatorio di garanzia, di non avere distrutto le pen drive rinvenute all’interno di uno zainetto e di una borsa nel corso di una perquisizione effettuata nei momenti successivi all’arresto, nella sua abitazione milanese.
Sull’episodio si è difeso affermando di avere distrutto le “chiavette”, in quanto difettose, in periodi precedenti alla notte dell’arresto. Montante ha quindi sostenuto la propria estraneità ai fatti contestati. Gli avvocati hanno pertanto avanzato l’istanza di libertà o in subordine la concessione degli arresti domiciliari. I giudici decideranno entro le prossime 48 ore.