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Misterbianco, maxisequestro in negozio cinese: un milione di articoli illeciti

Di Redazione |

CATANIA – Seguendo un container sospetto proveniente dalla Cina, sbarcato da una nave attraccata alla Stazione marittima merci del porto di Catania, i finanzieri ed i doganieri di Catania hanno scoperto a Misterbianco un enorme deposito di beni contraffatti o che violavano le leggi in materia di sicurezza dei prodotti.

Già all’apertura del container le Fiamme gialle si sono trovati davanti ai primi illeciti. Dietro infatti al primo strato di merce che risultava conforme e regolare, si celavano infatti numerosi colli contenenti beni vietati alla commercializzazione in Italia e nell’Unione Europea (giocattoli, prodotti di cartoleria, lacche per capelli, colle per insetti e/o topi, silicone in tubetti) perché non rispondenti alla normativa comunitaria posta a tutela della salute dei consumatori. Tra questi vi erano anche bombolette spray del tipo “Blade Spitter” contenenti il famigerato gas Ods, altamente nocivo per la salute dello strato d’ozono dell’atmosfera terrestre. 

La merce risultava tra l’altro anche introdotta nel territorio italiano in contrabbando. Sul documento doganale di importazione veniva dichiarata diversamente nella qualità reale in modo da evitare eventuali controlli di sicurezza e di sanità, infatti risultava sprovvista di test report per la sicurezza e di nulla osta per la vendita nell’Unione europea, rilasciato dagli uffici della Sanità Marittima, aerea e di frontiera (USMAF).

Il conseguente controllo dell’attività commerciale riferibile all’importatore della merce illecita – un operatore di etnia cinese pregiudicato e già deferito all’autorità giudiziaria – svelava poi come detto un enorme deposito di beni contraffatti o insicuri. Un vero e proprio bazar dell’illecito dove erano stoccate ed esposte alla vendita merci di ogni tipo (soprattutto giocattoli ed articoli casalinghi privi delle indicazioni previste dalla normativa sulla sicurezza dei prodotti) potenzialmente pericolosi per i consumatori finali.

L’operatore economico nel corso delle attività ispettive non è stato in grado di esibire nessuna documentazione fiscale né amministrativa che giustificasse la legittima provenienza della merce presente all’interno del magazzino.

L’operatore commerciale è stato nuovamente deferito all’autorità giudiziaria per i reati di contrabbando, ricettazione, contraffazione, frodi contro le industrie nazionali, vendita di prodotti industriali con segni mendaci (Made in Italy) e segnalato alla Camera di Commercio della Sicilia Orientale per vendita di quei prodotti non in linea con le prescrizioni previste dalle norme relative alla sicurezza dei prodotti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA