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Il caso

Minori ucraini in Sicilia, la Cassazione riconosce i poteri del console per la nomina dei tutori

L'intricata vicenda giudiziaria, che chiama in causa il diritto internazionale, sembra avviata alla risoluzione come spiegano gli avvocati Rosa Emanuela Lo Faro e Giuseppe Lipera

Di Leandro Perrotta |

La sorte di una sessantina di minori ucraini a oggi ospiti di famiglie e comunità in Sicilia potrebbe cambiare grazie a una decisione della Corte di Cassazione con la quale il loro status di “minori non accompagnati” viene, di fatto, a decadere. La nomina di un tutore per i bambini fatta dal console generale dell’Ucraina a Napoli, Maksym Kovalenko, che ha competenza per le regioni del Sud Italia, viene infatti riconosciuta «ai sensi degli articoli 23 e 24 della Convenzione dell’Aja del 1996, ratificata con la legge n. 101 del 2015». Questo però «senza che ciò modifichi la disciplina del procedimento, comprese le impugnazioni». La complessa questione legale è stata illustrata questa mattina ala stampa dagli avvocati Giuseppe Lipera e Rosa Emanuela Lo Faro che hanno presentato il ricorso avverso una precedente interpretazione della Corte d’appello di Catania. «La Cassazione – spiega l’avvocato Lo Faro – ha riconosciuto i poteri consolari, stabilendo che può intervenire in base alle convenzioni in procedimenti civili riguardanti la tutela dei minori stranieri. Forte della convenzione di Vienna e di quella dell’Aia può intervenire e disporre la nomina dei tutori dei minori e anche il collocamento. Una fattispecie non riconosciuta dai tribunali ordinari intervenuti inserendo e nominando curatori speciali». «Si tratta – ha aggiunto l’avvocato Lipera – di una vittoria immensa, una decisione della Cassazione che ha stravolge la vicenda dei minori ucraini dandole un significato diverso».

La convalida da parte del tribunale di Catania potrebbe quindi ora avere una rilevante ricaduta sulla vicenda processuale della 47enne Yuliya Dynnichenko, nominata tutore internazionale dal console Maksym Kovalenko e attualmente imputata in due procedimenti uno civile sulla competenza nel prendere decisioni per conto del minore e avviato da una delle famiglie che ospitano il minore, l’altro per minacce e violenza privata nei confronti di un minore ospitato da una struttura. «Ma non solo, questa potrebbe avere ricadute su tutti i casi di minori ucraini in territorio italiano», spiega Kovalenko, presente all’incontro. I tutori nominati dai tribunali per i minorenni italiani dovrebbero quindi decadere. «Sono 121 a oggi in sud Italia, e 91 di loro, bambini di tutte le età dai 5 ai 17 anni, vogliono tonrare in Ucraina», riferisce il console.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA