ROMA – Nuova importante vittoria in tribunale per il giornalista Paolo Borrometi, più volte minacciato per via del suo lavoro di denuncia di mafia e malaffare. Confermando la condanna inflitta in primo grado al boss di Vittoria Giovan Battista Ventura per le minacce rivolte al vicedirettore dell’Agi, la Corte d’Appello di Catania ha inoltre riconosciuto la sussistenza dell’aggravante del metodo mafioso. Lo rende noto la Federazione nazionale della stampa. Ventura è stato condannato a un anno e dieci mesi di reclusione e al risarcimento delle parti civili, fra cui la Fnsi, assistita dagli avvocati Francesco Paolo Sisto e Roberto Eustachio Sisto.

«Massima soddisfazione per la sentenza della Corte d’Appello di Catania che, ancora una volta, sottolinea come la Federazione nazionale della stampa italiana non si limiti a tutelare il giornalista contro atteggiamenti minacciosi tout court, ma addirittura contro atteggiamenti di stampo mafioso. Il ruolo istituzionale della Fnsi emerge ancor più come necessario perché alla libertà di stampa faccia eco la effettiva tutela di quella libertà a 360 gradi», commentano i legali.

«Questa sentenza – affermano Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana – conferma la gravità delle aggressioni nei confronti di Paolo Borrometi, messo nel mirino per aver «illuminato» le zone del malaffare e dell’illegalità».  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA