Migranti, medico Usmaf: «Ecco regole per chi scende dalle navi»

Di Redazione / 06 Novembre 2022

«Un triage clinico di tutte le persone fatto dai medici del ministero della Salute» in cui «il discrimine è il sapere scientifico» che permette il "discernimento tra chi ha i requisiti per potere scendere e chi non li ha". Sono metodo e regole adottati dai medici dell’Usmaf del ministero della Salute nel valutare le persone soccorse in mare da navi ong e decidere chi resta a bordo e chi può sbarcare, in applicazione del decreto varato del Governo per la gestione del flusso migratorio in Italia. Le spiega, a Catania, parlando con i giornalisti prima di salire sulla Geo Barentes di Medici senza frontiere, Claudio Pulvirenti, direttore in Sicilia dell’Usmaf del ministero della Salute, con altri tre medici e un infermiere professionale, sottolineano che «la salute dei migranti è la priorità assoluta del governo».

«Il discernimento clinico – rivela – si basa su segni e sintomi come febbre e l’esame obiettivo clinico, seguendo criteri che sono stati fissati nel 1991». Per quanto riguarda lo stress dei naufraghi, Pulvirenti sottolinea che è «un rischio generico: chi affronta 25 giorni di navigazione ed assiste a naufragi e ha traumi di natura psichica. Il medico riconosce, attraverso i sintomi, se il soggetto merita un’attenzione psichiatrica o psicologica». Ma i nostri, sottolinea, sono «interventi emergenziali: il problema psicologico è di secondo livello, a meno che non abbia comportamenti che ci conducono a farlo scendere». E per chi resta a bordo, ricorda Pulvirenti, "ci sono i medici delle ogn" e «se noi riconosciamo che deve rimanere a bordo, deve rimanere lì». Su queste navi, ha osservato, ci sono «storie drammatiche di persone vittime di gravi violenze», ma le sue decisioni «le prende con la coscienza di chi applica criteri scientifici e medici». «Io sono un medico dello Stato – chiosa Pulvirenti – e debbo ottemperare alle direttive dello Stato». 
 

Pubblicato da:
Carmela Marino
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