Sbarchi
Migranti, medico di Humanity 1: «Mi sono vergognata di aver fatto bene il mio lavoro»
La dottoressa Silvia aveva visitato per prima le persone a bordo della nave stabilendo, per molti di loro, le buone condizioni di salute
Indossa la maglietta di «Sos Humanity» Silvia, medico di bordo: attorno a lei ci sono gli altri membri dell’equipaggio, provati ma felici. La nave della Ong ha lasciato il molo di Levante del porto di Catania nel pomeriggio, sollecitata dalle autorità italiane a partire il prima possibile. Con l’ok di ieri sera allo sbarco degli ultimi 35 migranti che erano rimasti a bordo come «carico residuale», la vicenda di questa piccola imbarcazione battente bandiera tedesca si è chiusa, così come il caso della Geo Barents. Ma nelle parole di Silvia – che ha preferito non dare il cognome – rimane un grande amarezza. Capelli biondi, fisico minuto, la donna ha raccontato le fasi concitate di sabato notte quando i medici dell’Usmaf salirono sulla nave per valutare le condizioni dei 179 migranti: a 144 persone ritenute «fragili» fu concesso di scendere. Per gli altri 35 niente da fare.
«I medici arrivarono su nostra richiesta perché le condizioni dei migranti stavano peggiorando – ha riferito Silvia -. La prima selezione è stata difficilissima, fu fatta durante la notte. Per ore i medici valutarono ogni singolo paziente mettendo in dubbio tutte le diagnosi che avevo effettuato. Alla fine selezionarono alcuni migranti ai quali fu consentito lo sbarco. Gli altri rimasero in nave». A questo punto la voce di Silvia si è fatta tremante. «E' stata la prima volta nella mia vita in cui mi sono vergognata di avere fatto bene il mio lavoro», ha affermato la donna. «La condizione di persone in buona salute è diventata sostanzialmente un problema – ha aggiunto -. Cioè più erano sane meno scendevano. Mi sono domandata se la mia missione fosse sbagliata, è stato molto complesso». Per il «carico residuale» ci sono voluti altri tre giorni prima che l’autorità concedessero il via libera allo sbarco.
La seconda visita degli ispettori dell’Usmaf è avvenuta ieri nel tardo pomeriggio, subito dopo quella effettuata nella Geo Barents, ferma a poche decine di metri in un altro molo del porto di Catania. Così come per i migranti a bordo della nave norvegese anche per i 35 della Humanity1 lo staff di psicologi, psichiatri e mediatori culturali ha verificato l’alto rischio psicologico. Inoltre apparivano disidratati dopo avere cominciato lo sciopero della fame per protesta. Alla fine anche loro sono scesi. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA