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Migranti, la Mare Jonio sotto sequestro: interrogatori per l’equipaggio

Di Redazione |

LAMPEDUSA – Si terranno questa mattina, presso la Capitaneria di porto di Lampedusa, gli interrogatori dell’equipaggio della nave Mare Jonio della ong Mediterranea Saving Humans dopo il sequestro probatorio dell’imbarcazione notificato nella notte al comandante Pietro Marrone al termine dello sbarco dei migranti soccorsi nel Canale di Sicilia.

Il Procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella e una pm, sono già volati a Lampedusa per sentire il capo missione Luca Casarini, ma anche il comandante Pietro Marrone e l’armatore Beppe Caccia e gli altri componenti dell’equipaggio.

La Procura, guidata da Luigi Patronaggio, ha aperto una inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma al momento senza indagati. I magistrati, che lo scorso agosto avevano indagato il ministro Matteo Salvini per sequestro di persone, dovranno valutare se la nave ha agito correttamente e se l’operato dell’equipaggio è stato legittimo. In particolare, occhi puntati sulla comunicazione via radio tra la Gdf e la nave. Le Fiamme gialle hanno intimato l’alt durante la navigazione ma la nave ha proseguito a corsa perché “c’erano onde molto alte”.

Una delle foto della traversata postate da Mediterranea

«Non abbiamo mai ricevuto l’ordine di fare sbarcare i migranti soccorsi in Libia, né dai libici né dalle autorità italiane», ha detto  però la portavoce di Mediterranea, Alessandra Sciurba, ricostruendo le fasi del salvataggio dei 49 migranti al largo della Libia da parte dell’equipaggio di Mare Jonio. «Quando siamo arrivati non c’era nessun altro nello specchio di mare – aggiunge Sciurba – La cosiddetta guardia costiera libica è arrivata solo dopo il soccorso». «La Mare Jonio è sotto sequestro probatorio della polizia giudiziaria, ma noi siamo molto sereni perché abbiamo agito in una cornice di legalità», ha aggiunto la Sciurba.

«Non abbiamo violato alcuna legge. Le convenzioni internazionali stabiliscono che i naufraghi debbano essere accompagnati verso un porto sicuro, e noi lo abbiamo fatto. L’unica cosa che mi interessava era che queste persone arrivassero a toccare terra in un luogo sicuro. E ce l’abbiamo fatta. Quello che succederà dopo, per adesso non conta», ha affermato invece  Luca Casarini, capo-missione della Mare Jonio.

Identificati intanto gli stranieri a bordo fatti sbarcare nella notte e ospitati nel centro di accoglienza dell’isola: 35 uomini e 15 minori non accompagnati. Nazionalità degli uomini: 1 Camerun, 5 Gambia, 8 Guinea, 9 Nigeria, 12 Senegal. Tra questi è compreso il gambiano sceso a terra per primo per le precarie condizioni fisiche. Nazionalità dei minori: 1 Benin, 1 Camerun, 2 Gambia, 9 Guinea, 2 Senegal. 

Fra loro anche un naufrago che ha tentato di fuggire da guerre e povertà attraversando il Canale di Sicilia a bordo dei barconi ma per cinque volte è stato rispedito in Libia: il suo racconto è stato raccolto dai soccorritori. Il migrante africano ora si trova nel centro di accoglienza dell’isola, assieme agli altri naufraghi. «Addosso porta i segni dei maltrattamenti subiti nei campi libici», raccontano i soccorritori.

Sui social la ong Mediterranea Saving Humans specifica che «Mediterranea è una piattaforma di cittadini, un’esperienza fatta di impegno e di persone. La nave #MareJonio è stata acquistata e naviga grazie a un finanziamento di Banca Etica e ad un crowdfunding dal basso che ha raccolto finora 589mila euro attraverso migliaia di donazioni private, di associazioni e al ricavato di centinaia eventi dedicati». 

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