Cronaca
Migranti, esposto della Ong Mediterranea: «Sette giorni di abusi»
ROMA – L’ong Mediterranea Saving humans ha presentato oggi un esposto alla procura della Repubblica di Agrigento e a quella di Roma per denunciare «sette giorni di violazioni, omissioni e abusi» relativi alla vicenda della nave Mare Jonio. «Le prime 30 pagine – scrive la Ong – offrono una ricostruzione dettagliata di tutti gli eventi intercorsi dall’alba del 28 agosto, quando la nostra nave ha soccorso 98 persone, tra cui 22 bambini piccoli, a rischio di morte su un gommone sovraffollato, fino alle prime ore del 3 settembre, quando al nostro comandante e al nostro armatore sono stati assurdamente notificati il sequestro amministrativo di Mare Jonio e una sanzione di 300.000 euro per avere violato il divieto di ingresso in acque territoriali, nonostante fossimo entrati con formale autorizzazione delle autorità competenti».
Secondo Mediterranea, «la lista di violazioni e abusi commessi in questa vicenda è lunga, e non è certamente a carico del nostro equipaggio», che ha «sempre agito – a differenza di alcuni dei massimi vertici del governo in carica fino a ieri – in piena conformità col diritto internazionale e con la nostra Costituzione». «Speriamo che venga anche ricostruita dall’autorità giudiziaria la catena delle responsabilità istituzionali e personali riguardanti il nostro caso», continua la ong, che parla di «una serie di gravissime omissioni», di “provvedimenti assunti in difetto delle condizioni di legge e in violazione di obblighi internazionali e di norme di rango costituzionale», di «comportamenti di dubbia liceità e fortemente lesivi della integrità psico-fisica, dignità e dei diritti dei migranti soccorsi, dell’equipaggio e di tutte le persone a bordo».
Numerose le condotte evidenziate nell’esposto di Mediterranea come illecite. In particolare: «il tentativo di respingere in Libia 98 profughi di guerra, tra cui numerosi bambini e donne in gravidanza”; “l’omesso coordinamento dell’evento Sar da parte delle autorità nazionali”; “l’omessa assegnazione del PoS”; “l’emissione del provvedimento inibitorio di accesso nelle acque territoriali da parte dei ministri competenti”; “l’ingiustificato trattenimento di tutte le persone a bordo della Mare Jonio». E ancora: «il ritardo nell’adozione dei provvedimenti di evacuazione medica”; «l’omessa indicazione di un punto di fonda all’interno delle acque territoriali per garantire la sicurezza di tutte le persone a bordo”; «l’omessa, tempestiva, adozione, da parte delle competenti Autorità, dei necessari provvedimenti a tutela della salute e della sicurezza di tutte le persone a bordo per contenere il rischio di un’emergenza sanitaria e la diffusione di malattie comunitarie”; l’avere, come conseguenza di queste condotte, «sottoposto i naufraghi soccorsi a trattamenti inumani e degradanti, fortemente lesivi della loro dignità di persone e dei loro diritti fondamentali». Infine, «l’adozione del provvedimento di sequestro amministrativo della nave e della sanzione pecuniaria, pur a fronte dell’autorizzazione all’ingresso in acque territoriali rilasciata dalle competenti autorità portuali». Mediterranea sottolinea quindi di aver chiesto alla magistratura di «accertare tutti gli estremi di reato riconducibili a queste condotte, al fine di perseguire e punire chi ne è autore: è un atto di giustizia che travalica anche le vicende che ci vedono direttamente protagonisti. Perché ripristinare lo stato di diritto nel Mediterraneo significa costruire argini all’abuso e alla violenza del potere anche a terra». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA