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Messina, la strage di operai nella cisterna della nave: ora è polemica sulla sicurezza

Di Alfredo Zermo |

MESSINA – Tre morti e tre feriti è il tragico bilancio di un incidente all’interno della cisterna del traghetto Sansovino della compagnia della Caronte & Tourist, ormeggiato nel molo Norimberga del porto si Messina. In un primo momento era stata diffusa la voce che le vittime fossero quattro, ma uno degli operai coinvolti nel drammatico incidente sta ancora lottando tra la vita e la morte in un letto di ospedale, dove i medici stanno facendo il possibile. La Procura ha aperto un’inchiesta per accertare cosa sia accaduto e ha posto sotto sequestro la nave, i sindacati sollecitano l’intervento del ministero di Trasporti sulla sicurezza mentre per il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, la «tragedia rappresenta un monito, per tutti, sulla necessità di intensificare ancora di più l’impegno per la prevenzione degli infortuni e i controlli del rispetto delle norme di sicurezza, specialmente nelle attività più rischiose». «Il lavoro – ammonisce il ministro – deve sostenere la vita delle persone, non distruggerla».

 

Secondo le prime indagini della Capitaneria di porto, i sei lavoratori si sarebbero sentiti male mentre stavano eseguendo lavori di saldatura per una fuoriuscita di gas. Le vittime sono Gaetano D’Ambra, secondo ufficiale di coperta di Lipari; Christian Micalizzi, primo ufficiale di Messina; e Santo Parisi, operaio di Terrasini (Palermo). Ferdinando Puccio, giovanotto di macchina è l’operaio che era stato dato per morto ma in realtà è ricoverato in gravissime condizioni, come Nino Lombardo, nostromo, e il comandante Salvatore Virzì.

Il fascicolo aperto dal procuratore aggiunto, Giovannella Scaminaci che coordina l’inchiesta, al momento contro ignoti ipotizza il reato di omicidio colposo e lesioni. In una nota l’armatore Caronte & Tourist esprime «grande dolore» e «vicinanza alle famiglie delle persone coinvolte nell’incidente». «Presteremo la massima collaborazione affinché si chiarisca la dinamica dei fatti, al momento al vaglio degli inquirenti», sottolinea la compagnia di navigazione. Che intanto ha attivato una commissione interna d’inchiesta «in modo da fare luce sull’accaduto nel più breve tempo possibile».

Filt-Cgil, Fit-Cisl e UilTrasporti sollecitano «un’inchiesta immediata da parte degli enti di controllo del ministero dei Trasporti, ma intanto rilevano che «altre vite umane si aggiungono alla tragica e fitta schiera delle morti bianche, indegna di un Paese civile». «Questo tragico evento a pochi giorni da un altro nel porto di Salerno – denunciano i sindacati – mette sotto gli occhi di tutti l’urgenza di un immediato intervento legislativo di adeguamento delle norme che disciplinano la sicurezza nei porti e sulle navi».

L’esperta di di sicurezza nei luoghi di lavoro, Maria Carrara, pone alcuni interrogativi: «Prima che gli operai effettuassero le attività nella cisterna sono state realizzate dall’esperto nell’utilizzo delle attrezzature le misurazione sul livello d’ossigeno e sulla concentrazione di gas e sostanze pericolose? Gli operai erano stati formati sugli ‘spazi confinati’ come obbliga il decreto 81 del 2008 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro? Inoltre, i lavoratori erano dotati degli indumenti specifici necessari per questo tipo di attività?».

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«Sarà la magistratura – spiega l’esperta – ovviamente ad accertare se il datore di lavoro abbia rispettato le disposizioni di legge. Purtroppo la letteratura in materia indica che spesso i lavoratori operano in ambienti pericolosi senza essere messi nelle migliori condizioni. La prevenzione, la formazione e il rispetto delle norme sono fondamentali per evitare tragedie come quella di Messina».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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