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Messina Denaro, oggi udienza a Caltanissetta al processo sui mandati delle stragi: il boss si collegherà in videoconferenza?

Il provvedimento sulla celebrazione del procedimento è stato regolarmente notificato all’imputato

Di Redazione |

Potrebbe apparire questa mattina in videoconferenza il boss mafioso Matteo Messina Denaro arrestato lunedì mattina a Palermo. Riprenderà alle 9.30, davanti alla Corte d’appello di Caltanissetta, l’udienza che vede imputato l’ex latitante, accusato di essere uno dei mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio. E’ la prima udienza di un processo dopo la cattura del padrino di Castelvetrano.

Ieri il procuratore generale Antonino Patti, che rappresenterà l’accusa nel processo d’appello che vede imputato proprio l’ex latitante accusato delle stragi del 1992, ha confermato che "non vi è alcun impedimento" per celebrare il processo e che "è già stata predisposta la videoconferenza". Il provvedimento sulla celebrazione del processo è stato regolarmente notificato all’imputato.

Fino ad ora Matteo Messina Denaro, condannato in primo grado all’ergastolo, è stato giudicato da latitante e tutto il processo si è celebrato in sua assenza. 

«Non so cosa passi nella mente di Matteo Messina Denaro, ma so che se parlasse potrebbe aprire squarci di tante verità avvolte nella nebbia» aveva aggiunto ancora il Procuratore generale facente funzione di Caltanissetta. «Apparentemente verrebbe da dire che non collaborerà, è uno puro e duro dell’organizzazione mafiosa – aveva detto  Patti – è una figura paragonabile a quella del boss Giuseppe Graviano. Però, c'è il fattore malattia. Quindi, se da un lato, istintivamente mi verrebbe da ipotizzare che non collaborerà, dall’altro lato potrebbe parlare perché malato grave. Una sua eventuale collaborazione sarebbe addirittura ancora più importante della sua stessa cattura, proprio perché, come dicevo, potrebbe aprire squarci di tante situazione nebulose". 

Il Procuratore generale ha ricordato poi la figura di Messina Denaro: «Già da quando aveva 25 anni era considerato il successore di Riina, voglio ricordare che lui, da giovanissimo, nell’epoca in cui Totò Riina trascorreva la latitanza tra Mazara del Vallo e Marsala, Messina Denaro era stato preso sotto l’ala protettiva di Riina. Io nella requisitoria ho usato la parola "stage", perché per quattro anni e mezzo è stato una sorta di "stagista" di Riina. E non lo diciamo noi, ma lo ammette lo stesso Riina nelle intercettazioni del carcere di Opera a Milano. Disse che per quasi 5 anni Messina Denaro, ancora molto giovane, ebbe come maestro proprio Riina che era ben contento di questo allievo. Salvo il fatto che poi lo 'scomunicò' perché si sentì deluso. Secondo Riina Messina Denaro era stato "egoista" ad occuparsi degli affari propri e poco di Cosa nostra, intesi come sodali. Il boss non ha interloquito molto con altri sodali, cosa che facevano, invece, Riina e Provenzano».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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