«Nessun elemento può allo stato consentire di ritenere che una figura che è letteralmente riuscita a trascorrere indisturbata circa 30 anni di latitanza, si sia attorniata di figure inconsapevoli dei compiti svolti e dei connessi rischi, ed anzi, l’incredibile durata di questa latitanza milita in senso decisamente opposto, conducendo a ritenere che proprio l’estrema fiducia e il legame saldato con le figure dei suoi stessi fiancheggiatori abbia in qualche modo contribuito alla procrastinazione del tempo della sua cattura che, altrimenti, sarebbe potuta effettivamente intervenire anche in tempi più risalenti».
E’ una delle considerazioni della richiesta di custodia cautelare in carcere fatta dalla Procura di Palermo a carico di Giovanni Luppino, autista del boss Messina Denaro arrestato lunedì col capomafia. I pm hanno ottenuto dal gip la convalida dell’arresto in flagranza. Si attende la decisione sulla richiesta della custodia cautelare.
Giovanni Luppino, per i pm della Dda è un «soggetto pericoloso». «Nonostante l’incensuratezza deve sottolinearsi che l’indagato risulta la persona più vicina allo storico capomafia trapanese su cui forze di Pg e magistratura siano riusciti oggi e mettere le mani», scrivono i magistrati.