Matteo Messina Denaro, si aggravano le condizioni di salute. I legali chiedono la revoca del 41 bis e il ricovero in ospedale
Gli avvocati del boss: «Oramai è completamente incompatibile con il regime carcerario»
Le condizioni di salute del boss Matteo Messina Denaro, detenuto al 41 bis nel supercarcere de l’Aquila, si sono aggravate. E i suoi legali sono pronti a presentare una istanza di ricovero in ospedale.
L’ex latitante, affetto da un tumore, è dal giorno dell’arresto - il 16 gennaio scorso - in cura all’interno del penitenziario abruzzese dove è stata allestita per lui una stanza per la chemioterapia. Nelle scorse settimane il capomafia aveva subito un piccolo intervento per problemi urologici ed era però rientrato nell’istituto di pena in giornata.
«Matteo Messina Denaro oramai è completamente incompatibile con il regime carcerario soprattutto in quello più duro del 41bis, deve essere immediatamente ricoverato», ha detto l’avvocato abruzzese Alessandro Cerella, che dal 25 giugno scorso affianca l’avvocata Lorenza Guttadauro nella difesa del boss mafioso.
I due legali difensori presenteranno al tribunale della Libertà dell’Aquila, un'istanza di ricovero urgente all’ospedale dell’Aquila, luogo nel quale l'ex primula rossa della mafia siciliana ha già subito - come detto - un intervento chirurgico urologico il 27 giugno scorso, con un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine attorno al nosocomio.
Condizioni disperate
«Le sue condizioni sono disperate - ha spiegato l'avvocato Cerella -. Non mangia, beve soltanto, non sta bene, necessita di un immediato ricovero in ospedale. Con un tumore al quarto stadio, con la difficoltà anche a reggersi in piedi, non può stare dentro una cella al 41 bis. Deve essere assistito da un infermiere dentro una struttura ospedaliera il prima possibile».
«Io non sono un medico ma le sue condizioni sono critiche - ha aggiunto Cerella - E’ seguito in maniera encomiabile dal professor Mutti e dal suo staff. Io ripongo massima fiducia nel loro operato ma i medici non possono vederlo quotidianamente e nelle sue condizioni le cose cambiano di giorno in giorno».
L’ultimo trasferimento in ospedale risale a domenica scorsa quando l’ex super latitante è stato condotto nel nosocomio dell’Aquila per una tac. Nei prossimi giorni - come detto - i legali presenteranno un’istanza al Tribunale per chiedere il ricovero urgente in ospedale del loro assistito.
Accanimento
«In carcere non può più stare - ha sottolineato Cerella - Nonostante il nome che porta, come a qualsiasi altro detenuto devono essere garantiti i diritti costituzionali e il giudice di sorveglianza, leggendo le carte, dovrebbe capirlo. Il mio giudizio nei confronti dell’amministrazione penitenziaria e del sistema giustizia in generale è fortemente critico. Nei confronti di Messina Denaro c'è un accanimento: con un tumore al quarto stadio non può stare in una cella senza un infermiere a bere succhi di frutta, invece di avere delle flebo. Dovrebbe essere controllato h24. Ha difficoltà persino a stare in piedi, ha bisogno di tutte le cure che spettano a un malato», ha concluso il legale che lo ha visto l’ultima volta lo scorso 3 agosto.