Mattarella ricorda Mauro de Mauro: «Squarciare il velo degli occultamenti»

Di Redazione / 16 Settembre 2020

ROMA – Inghiottito da un buco nero, lo stesso che ha fagocitato uomini e storie del Dopoguerra. Mauro De Mauro, cronista di razza de L’Ora di Palermo, scomparve una fresca sera di settembre dinanzi casa. Era il 16, preso dai preparativi per il matrimonio della figlia Franca, si attardò per scaricare dall’auto delle buste. De Mauro non oltrepassò mai più il portone di via delle Magnolie dove ad attenderlo c’era la figlia. L’ultima ad averlo visto, la testimone che raccontò di quei tre uomini con i quali si allontanò a bordo della propria auto. Per sempre. I racconti dei pentiti hanno dato diversi identikit su quei tre uomini, ma nonostante le ipotesi e le sentenze successive, a distanza di 50 anni su chi abbia ucciso e fatto sparire il corpo di De Mauro resta ancora il mistero. Ma ancora di più resta oscuro il movente.

«Mauro De Mauro venne rapito cinquant’anni or sono da sicari mafiosi e il suo corpo non fu più trovato. In questo giorno di ricordo, desidero esprimere anzitutto la mia vicinanza e solidarietà ai familiari e a quanti conobbero e lavorarono con De Mauro, apprezzandone le qualità umane e l’impegno professionale. Ricerche e indagini non sono giunte a piena verità sulle ragioni e le responsabilità dell’efferato omicidio. I dubbi irrisolti e l’esito negativo dei procedimenti giudiziari costituiscono una sconfitta per le Istituzioni e, al tempo stesso, continuano a sollecitare l’impegno affinché si squarci il velo degli occultamenti». Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione.

«Palermo, la società siciliana e l’intero Paese hanno sempre riconosciuto la matrice mafiosa: per questa ragione De Mauro è diventato un simbolo della comunità che vuole liberarsi dal giogo della criminalità e che intende affermare il principio di legalità come condizione di civiltà e di sviluppo. De Mauro rappresenta anche, con il suo sacrificio, il giornalismo che compie fino in fondo il proprio lavoro, che cerca di far luce su vicende oscure con coraggio, che non si accontenta di versioni di comodo, che esercita la propria libertà per assicurare, nel pluralismo, le libertà di tutti. Sono tanti i giornalisti che nel mondo pagano il prezzo più alto per questo impegno. Il loro esempio è un testimone ora affidato a tutti i colleghi e alle generazioni più giovani», conclude. 

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