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Mascali, le forbiciate e il racconto del testimone: «Tra Antonio e Giampiero c’è anche una donna contesa»

Il delitto di via Roma con un uomo ucciso dal rivale al culmine di una lite

Di Mario Previtera |

Una comunità sotto choc. Incredula. Nel quartiere popolare di via Roma, teatro della sanginosa baruffa finita in tragedia, in pochi vogliono commentare.

Antonio Raciti, 41anni, è stato ripetutamente colpito al collo e al torace da una serie di forbiciate. Ad agire, in pieno giorno, è stato Giampiero Blanco, 48 anni, che ha affrontato la vittima per strada, a pochi metri dalla propria abitazione, all’angolo tra via Roma e via Ruggero Magno.

Vittima e carnefice erano probabilmente divisi da dissidi personali; i due si sarebbero incontrati forse per un chiarimento su una relazione con la stessa donna. E’ questa la novità delle ultime ore emersa nelle indagini condotte dai Cc. Nelle parole di un testimone oculare, vicino di casa di Blanco e amico della vittima, il racconto dell’orrore che si è consumato in pieno centro a Mascali e la conferma di un possibile movente.

«Antonio Raciti – racconta Fabio – a quanto pare aveva scoperto che la fidanzata si vedeva con l’assassino. Una relazione che l’uomo aveva scoperto da poco e che si è rivelata fatale poichè Raciti ha un vuoto affettivo importante avendo perso i genitori, e un fratello che lavora in Svizzera. Ho assistito alla drammatica colluttazione, ho visto Antonio che era stato colpito al collo e al torace, sanguinava vistosamente. Sono stati lunghi interminabili secondi. Antonio ha compiuto qualche passo a piedi e poi si è accasciato. Mi ha chiesto dell’acqua. Era ancora cosciente. E farfugliava qualche frase sconnessa. Gli ho tenuto la mano prima di lasciarlo ai sanitari del 118».

Frattanto il legale che assiste Giampiero Blanco, avv. Salvo Sorbello si è recato in carcere per un primo confronto con il proprio assistito, in vista dell’interrogatorio di garanzia a dinanzi al Gip Pietro A. Currò, in programma per domani alle 9 e dell’autopsia fissata per il 2 luglio. Blanco avrebbe raccontato la propria versione dei fatti, ovvero di essere stato sfidato dalla vittima per strada e che – conferma l’avv.Sorbello – vistosi in pericolo ha recuperato nel marsupio il primo oggetto che gli è capitato. Sulla donna in comune tra carnefice e vittima, il legale si è riservato di approfondire. L’avvocato Angelo Patanè che assiste tre dei fratelli della vittima, trincerandosi dietro il segreto istruttorio, non ha escluso «repentini sviluppi delle indagini sia per il movente che per le circostanze del reato».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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