MARSALA – Nella lista degli sport estremi figura anche il kitesurf, come dimostra la lunga lista di vittime archiviata ogni anno. A cui si aggiunge quella di oggi, a Marsala, di un turista tedesco morto mentre stava facendo kitesurf, insieme ad un gruppo di amici: fatale per l’uomo, 63 anni, una raffica di vento che l’avrebbe sollevato per circa 3 metri fino a farlo schiantare contro un’auto parcheggiata lì vicino.
L’incidente è avvenuto verso le 12.30 allo Stagnone, un posto vicino Marsala famoso per gli appassionati di kite, vera e propria capitale di questo sport, tanto che si sono aperti negozi, scuole, associazioni e tutto un indotto attorno a questa disciplina. Oggi in questo angolo di Sicilia arrivano da tutto il mondo praticare questa disciplina e “cavalcare” le onde guidati dal vento.
Ma sebbene il kitesurf sia pronto per diventare uno sport olimpico (probabilmente dal 2020), considerato il numero di vittime che ancora oggi fa ogni anno, va visto alla stregua di un vero e proprio sport estremo, che darà certamente grandi scariche di adrenalina ma che è anche molto pericoloso.
A Marsala l’ultimo incidente, in ordine di tempo, risale al 19 settembre 2018, quando un francese di 45 anni che si stava preparando al lancio venne trascinato da una forte raffica di vento verso i vigneti lungo la riva di contrada Birgi. L’uomo, che era in compagnia di alcuni amici appassionati dello stesso sport, era già allacciato al suo kite, ma nel corso delle operazioni preliminari fu investito da un’improvvisa raffica che fece alzare in volo il kite.
Otto giorni prima, invece, a perdere la vita era stato un giovane polacco, che a quanto pare aveva stretto troppo la cintura alla quale si aggancia il kite (una sorta di paracadute) e per questo si è sentito male mentre era in aria, perdendo i sensi e cadendo in mare. Il 30 giugno 2018, infine, a morire, sempre in acqua, era stato Federico Laudani, 31 anni, laziale, pilota della compagnia aerea Ryanair.
Il momento di alzare il kite è forse il più delicato e senz’altro uno di quelli che – come visto – registra il maggior numero di incidenti nel kitesurf. Gli esperti consigliano, prima di alzare il vostro kite, di verificare sempre che le linee siano connesse correttamente e siano libere. Non sottovalutate mai la scelta del punto in cui alzare il kite. Deve essere un’area ampia e sgombra da pericoli, quindi niente ombrelloni sottovento, persone o addirittura stabilimenti balneari. Alzate sempre il kite verso il mare piuttosto che verso terra. In questo modo un qualsiasi errore vi farà volare in acqua invece che sul litorale.
Secondo gli addetti ai lavori, gli atleti che praticano sport estremi non sono in alcun modo irresponsabili o attratti da un desiderio di morte. Al contrario si tratta di soggetti con una forte formazione alle spalle e un grande conoscenza dei propri
limiti e dell’ambiente circostante. Nessuno sprezzo del pericolo quindi, quanto invece un diverso e più vivido stato di
coscienza, che a dire di tanti praticanti costituirebbe un forte potenziale per una trasformazione in positivo dell’individuo. Ma
tutto questo, come si è visto, può costare caro. Spesso anche la vita.
Ma negli ultimi vent’anni il kitesurf ha comunque conosciuto un grande successo. L’evoluzione dei materiali, la progettazione tecnologica, la cultura della sicurezza, gli insegmaneti aggioranti hanno reso questo sport semplice e veloce da imparare, adatto a tutti e diffuso praticamente in tutto il pianeta. Gli incidenti – come abbiamo visto – ci sono ancora, ma nella stragrande maggioranza dei casi sono attribuibili al mancato rispetto delle regole di sicurezza o a comportamenti sbagliati dei kiter. Quindi, se volete avvicinarvi a questo sport sempre più popolare, fatelo dopo una adeguata preparazione.