Palermo – «È andata bene. Ho risposto a tutte le domande del gip». Così Pino Maniaci, il giornalista di Telejato accusato di estorsione ai danni dei sindaci di Borgetto e Partinico, ha detto ai giornalisti che gli chiedevano come fosse andato l’interrogatorio di garanzia reso davanti al gip al cospetto del procuratore aggiunto Vittorio Teresi e del pm Amelia Luise.
L’interrogatorio è durato circa 2 ore. Al termine gli avvocati di Maniaci, l’ex pm Antonio Ingroia e Bartolomeo Parrino, hanno ottenuto dal gip l’autorizzazione a tenere, in presenza del loro assistito una conferenza stampa. Nel corso dell’incontro con la stampa, Maniaci ha dichiarato: «Sono incazzato ma sereno». «Sono amareggiato perchè sono già stato condannato e perchè – ha aggiunto – per notificarmi un divieto di dimora aspettano un’operazione antimafia. Hanno arrestato 10 persone, 10 mafiosi che sono pezzi di merda, che non c’entrano nulla con me, ma sono venuti di notte a prendermi, mi fanno la foto come un delinquente. Il fine è questo: infangare Pino Maniaci e Telejato per arrivare alla chiusura».
«Pago le mie denunce contro la Saguto e la sua gestione della sezione misure di prevenzione del tribunale. Basta leggere le intercettazioni per capirlo: era lei a sollecitare che si indagasse su di me. Assistiamo ad una giustizia a due velocità: c’è gente libera, indagata per corruzioni milionarie, mentre io sono stato massacrato e mi trovo un divieto di dimora per accuse ridicole”. Si definisce un “protagonista”, nel bene e nel male, e, come ha sempre fatto, rilancia attaccando. Ma quando i giornalisti gli chiedono se sia stata la procura di Palermo a volersi vendicare delle sue campagne tv contro il giudice Silvana Saguto, torna cauto. «Non so chi c’è dietro – risponde – comunque la Saguto sapeva molte cose». Il giornalista critica la scelta di inserire la sua posizione nell’indagine sul clan di Partinico e ha raccontato inoltre di aver avviato un’inchiesta sulle consulenze al tribunale fallimentare, altro motivo, a suo dire, di vendetta nei suoi confronti.
«Quando dicevo che ad uccidere i miei cani era stata una persona, lo facevo solo per un tornaconto personale, perchè questa persona era il marito di una donna con cui volevo vantarmi». Così Pino Maniaci, giornalista accusato di estorsione, durante una conferenza stampa risponde a chi gli chiede se sia vero che ha fatto passare come attentato mafioso l’uccisione dei suoi cani, sapendo bene, invece, che il gesto era legato ad una questione personale. «Non so chi abbia ammazzato i miei animali – ha aggiunto – infatti la denuncia era contro ignoti, ma ho cercato di accusare quell’uomo per avere un tornaconto personale».
«Siamo di fronte a gossip, ad un processo mediatico e alla vita privata di Maniaci. È un tentativo di imbavagliarlo molto sofisticato”. Dicono invece i suoi legali secondo i quali l’inserimento nel provvedimento che dispone il divieto di dimora per il cronista, di cenni a sue vicende private, sarebbe inopportuno. – “Pino Maniaci è stato crocifisso mediaticamente. Lo sproporzionato provvedimento cautelare adottato nei suoi confronti ha avuto l’effetto di imbavagliarlo”. Lo ha detto Antonio Ingroia, l’ex pm che ora difende Pino Maniaci, il giornalista di Telejato accusato di estorsione. Ingroia, che ha annunciato di aver chiesto al gip di sostituire il divieto di dimora con il divieto di incontro con le presunte vittime dell’estorsione, ha annunciato una serie di denunce. “Denunceremo – ha detto – una serie di fatti legati alle amministrazioni locali di Partinico e Borgetto edenunceremo per calunnia alcune delle persone offese, che hanno agito per motivi di rancore contro il nostro cliente”. L’ex pm ha puntato il dito anche contro il video, distribuito alla stampa dai carabinieri, con stralci di intercettazioni ambientali di Maniaci. «Il video mette insieme – ha spiegato – intercettazioni che non sono nell’ordinanza, perchè penalmente irrilevanti, e servono solo a distruggere il mio cliente». «Ad esempio – ha proseguito – la battuta su Renzi. La procura di Palermo deve chiedere ai carabinieri perchè sono state inserite».
Il direttore dell’emittente locale che aveva fatto della lotta alla mafia il suo segno distintivo, si è anche espresso sul futuro della tv. Prima dicendo«Tele Jato resterà aperta perché non è Pino Maniaci e continuerà a trasmettere». Per poi smentire successivamente: «Vi do una notizia: domani Telejato chiude, perchè, avendo altri pensieri, non ho potuto raccogliere i soldi, anzi il pizzo, per pagare la bolletta della luce che scade domani». Fa battute, ironizza, e sostiene che da domani l’emittente televisiva che dirige e che avrebbe sfruttato, secondo i pm, per fare estorsioni ad amministratori locali, chiuderà.