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Mangiano il “corno del diavolo” e finiscono in ospedale con sintomi da avvelenamento

E' accaduto lo scorso 1 maggio a quattro persone che avevano preparato e mangiato delle pietanze con fiori selvatici non commestibili

Di Gianfranco Polizzi |

Sintomi da avvelenamento provocati dall’assunzione dei fiori di una pianta, appartenente alla famiglia delle solanacee, estremamente velenosa, il cui nome scientifico è “datura stramonium”. Per 4 persone, di età compresa tra 40 e 84 anni, la scampagnata si è trasformata in disavventura: pensavano che fossero fiori di zucca selvatici e, invece, erano quelli di una pianta non commestibile. Tutti, dunque, al pronto soccorso dell’ospedale Gravina di Caltagirone.

Credevano, quindi, che fossero fiori selvatici commestibili raccolti nei campi e, invece, erano tossici e non destinati al consumo alimentare. Questa la spiacevole disavventura capitata ai quattro che, in occasione della classica scampagnata dell’1 maggio, hanno dovuto ricorrere alle cure dei medici. La “ricetta” che ha provocato il malore collettivo era un piatto preparato con i fiori di questa pianta, volgarmente chiamata in gergo “corno del diavolo”, da non confondere con l’artiglio del diavolo, che è invece una pianta officinale. Si trattava di un fiore selvatico, quasi simile ai fiori di zucca, solitamente destinati al consumo alimentare. In realtà, a metterci la coda, è stato proprio il diavolo. Quanto detto perché la classica scampagnata si è poi trasformata in un’escursione a bordo di più ambulanze del 118 che hanno fatto la spola con il Gravina di Caltagirone.

I malcapitati sono giunti in ospedale intorno alle 17 di lunedì scorso. I sintomi che accusavano erano vomito, forti dolori addominali e ipotensione. I pazienti sono stati accolti da più medici, tra cui Maria Puzo e Gabriele Mattia, con gli anestesisti Laura Malannino, Ester Piccoli e Elisabetta Sabato pronti a attivare la Rianimazione. Per loro fortuna non ce n’è stato bisogno, anche perché i medici del Enrico Calbo e Filippo Lo Faro, su indicazione del primario Nuccia Prumeri, li hanno tenuti sotto osservazione, attivando nel contempo il centro antiveleni. L’antidoto è arrivato grazie all’intervento degli agenti della Polstrada che hanno prelevato il farmaco al Policlinico di Catania. In tempi più lo meno brevi i quattro sfortunati hanno manifestato segni di ripresa. Due sono stati dimessi, altrettanti, sono rimasti sotto osservazione medica.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA