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Mamma, figli e figliastri: così la famiglia di Riposto gestiva la palazzina della droga a Riposto

I particolari dell'operazione Caronte che ha portato in carcere 10 persone quasi tutte legate da vincoli di parentela

Redazione La Sicilia

17 Marzo 2025, 16:07

La palazzina della droga. Potrebbe essere chiamato così l'edificio nel rione popolare di via Gaetano De Maio a Riposto che era stato trasformato in una fiorente piazza di spaccio gestita dalla banda sgominata dall'operazione Caronte dei carabinieri del comando provinciale di Catania.

La vendita di stupefacenti garantiva un'importante fonte di reddito per la criminalità organizzata. In quella palazzina abitavano quasi tutte le 10 persone arrestate nel blitz a cui hanno collaborato anche i militari dello Squadrone Cacciatori "Sicilia", quelli del nucleo Cinofili di Nicolosi e delle Aliquote di Primo Intervento del Nucleo Radiomobile di Catania.

I destinatati dell'ordinanza di custodia cautelare (8 in carcere e per due è stato il collocamento in comunità perché minorenni) sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, acquisto, detenzione ai fini di spaccio e cessione di sostanze stupefacenti e trasferimento fraudolento di valori.

All'origine dell'indagine dei carabinieri della stazione di Riposto - coordinati dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dalla sostituta Michela Maresca - c'è un violento pestaggio di un cliente abituale della banda di spacciatori aggredito anche a colpi di bastone dopo un diverbio legato al luogo dove avrebbe dovuto parcheggiare la bicicletta elettrica con la quale si recava a comprare la droga.

I ruoli

Indagando su raid punitivo, i carabinieri scoperto che Ivan Privitera, 23 anni, nativo di Giarre, sebbene fosse agli arresti domiciliari per spaccio di droga, avrebbe organizzato un vero e proprio mercato degli stupefacenti, ricevendo sull'uscio di casa, anche di notte, gli acquirenti che si recavano nella palazzina di via De Maio per acquistare marijuana, cocaina, crack o hashish.

La piazza di spaccio era operativa 24 ore al giorno. Il capo Ivan Privitera era collaborato dalla madre Giovanna Privitera, 48 anni, dal fratellastro Sebastiano Cavallaro, 22 anni, dalla sorellastra Marika Ornella Nicolosi, 20 anni, e dal compagno della madre Antonio Zammataro, 45 anni.


Sarebbe emerso dalle indagini, inoltre, che gli indagati ricorrevano a condotte violente contro i concorrenti che avevano deciso di intraprendere autonomamente attività di spaccio nella zona sotto il loro controllo.

La riorganizzazione

Dinanzi all'intensificarsi dei controlli, che avevano portato ai primi sequestri di droga, e all'arresto di Zammataro e Ivan Privitera, la famiglia non avrebbe cessato la sua attività illecita, ma anzi si sarebbe organizzata ancora meglio installando telecamere ad alta definizione agli angoli dello stabile di via de Maio per avvistare in tempo reale l'eventuale presenza delle forze di polizia, posizionando vedette e ricorrendo a consegne a domicilio nei comuni di Riposto, Giarre e Mascali, spingendosi in alcune occasioni sino a Calatabiano e Giardini Naxos.

Dalle indagini sarebbe emerso che gli indagati ricorrevano a delle condotte violente nei confronti di concorrenti che avevano deciso di intraprendere autonomamente l’attività di spaccio nella zona posta sotto il loro controllo. Durante le indagini i carabinieri hanno arrestato tre spacciatori in flagranza di reato, denunciandone altri tre, e sequestrato oltre 15.000 euro in contanti, 33 grammi di crack, 133 grammi di cocaina e 473 grammi di marijuana. Il volume d’affari dell’associazione è stato stimato in circa 500 euro al giorno, per circa 15.000 euro mensili.

Secondo l’accusa anche due minorenni avrebbero avuto un ruolo nel supporto al gruppo per le operazioni di approvvigionamento della droga, venendo remunerati anche 20 euro a singola consegna. Il gip di Catania ha disposto il sequestro preventivo dei 15.571 euro trovati durante un’operazione dai carabinieri e di un’Alfa Romeo Stelvio nella disponibilità degli indagati, poiché ritenuta acquistata on i proventi della vendita della droga.