Mafia, Timonieri ucciso e poi seppellito perché voleva fare il narcos “autonomo”: ergastolo per Nizza e Privitera

Di Laura Distefano / 20 Maggio 2024

Ergastolo. La sentenza della Corte d’Assise è arrivata intorno alle 14. Natalino Nizza e Salvatore Sam Privitera sono stati condannati alla pena più severa prevista dall’ordinamento penitenziario per l’omicidio di Enzo Timonieri.

Ai fratelli Michael e Ninni Sanfilippo, i collaboratori di giustizia che hanno confessato di essere gli esecutori del delitto, sono stati invece inflitti 12 anni e 3 mesi di carcere. Il collegio, composto dalla presidente Maria Pia Urso e dal giudice Eugenio Minnella, ha quindi accolto le richieste dei pm Lina Trovato, Rocco Liguori e Alessandro Sorrentino e del procuratore aggiunto Francesco Puleio. Le motivazioni del verdetto arriveranno tra 90 giorni.

Il delitto

Il corpo di Timonieri fu trovato nel mese di giugno 2021, grazie alle indicazioni dei fratelli Sanfilippo che decisero di entrare nel programma di protezione. I due pentiti portarono i carabinieri fino a Vaccarizzo dove era stato seppellito il cadavere. Il pusher di San Cristoforo fu ammazzato, con tre colpi di pistola in testa, quattro mesi prima del ritrovamento. Dai racconti dei Sanfilippo sarebbe stato attirato in una trappola: con la scusa di andare a prendere delle armi salì in auto con i fratelli e poi freddato durante il tragitto. A dare l’ordine di ucciderlo gli esponenti dei narcos dei Santapaola, Natalino Nizza (figlio di Giovanni “banana”) e Sam Privitera. Secondo i due killer Timonieri fu “eliminato” per le sue ambizioni criminali: avrebbe voluto creare un traffico autonomo di cocaina grazie ai suoi contatti con i fornitori calabresi. Il collaboratore Salvatore Scavone, però, ha portato in aula un altro movente legato a un presunto rapporto intimo tra Privitera e la compagna della vittima.

Il collegio difensivo, gli avvocati Salvo Pace e Luca Cianferoni per Nizza e i penalisti Andrea Gianninò e Salvatore Catania Milluzzo per Privitera, ha già annunciato il ricorso in Appello. I fratelli Ninni e Michael Sanfilippo sono difesi rispettivamente dagli avvocati Enzo Guarnera e Maria Carmela Barbera.

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Laura Distefano
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