CATANIA – Il questore di Catania Mario Della Cioppa ha vietato, per motivi di ordine pubblico ed in osservanza delle norme anti Covid-19, i funerali per Rosario Pitarà, di 66 anni, conosciuti come “Saretto ‘u furasteri”, ritenuto elemento di spicco del clan dei Cursoti, morto lunedì scorso a causa di un male incurabile nella sua abitazione del quartiere San Leone, dove scontava gli arresti domiciliari.
Il feretro di Pitarà è stato portato direttamente nel cimitero, dove ha ricevuto la benedizione.
Piatrà come detto si trovava agli arresti domiciliari dopo essere stato nuovamente arrestato nel 2018 per l’omicidio di Gaetano Salici, 35 anni, ammazzato dopo un inseguimento a piedi per le strade di San Berillo nuovo – quartier generale dei “milanesi” – il 2 agosto del 1987. Un omicidio rimasto avvolto nel mistero per oltre trent’anni e che recentemente è stato decrittato grazie alle dichiarazioni di più collaboratori di giustizia: Concetto Bonaccorsi, innanzitutto, già leader del clan dei “Carrateddi”, nonché Franco Russo “Turazzo” e Roberto Testa. Due di loro, in particolar modo, hanno dichiarato di avere ricevuto direttamente da “Saretto ‘u furasteri” la confidenza legata alla realizzazione di quell’omicidio, per il quale, dopo una prima condanna all’ergastolo, dovette scontare 16 anni e 6 mesi di reclusione Giovambattista Guglielmino, autista dell’auto su cui si spostava l’assassino. Gaetano Salici fu ucciso perché sospettato di essere stato il basista di un agguato proprio a Pitarà.