LA SENTENZA
Mafia, pizzo alla concessionaria: «Dammi 30mila euro e gli arretrati». Condannato il boss Aldo Ercolano
Quattro anni di reclusione, quattromila euro di multa e l'interdizione per cinque anni dai pubblici uffici
Aldo Ercolano, figlio di Sebastiano, è stato condannato a quattro anni di reclusione e 4.000 euro di multa per estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di una concessionaria di auto. Da quanto è emerso il boss di Cosa nostra (assieme ad Antonio Tomaselli per cui si è proceduto separatamente) avrebbe chiesto 30.000 euro da versare in tre tranche alla famiglia mafiosa nel 2014, oltre a pretendere un arretrato di 10.000 euro. La tangente però non è stata mai pagata per opposizione del commerciante e di chi all’epoca amministrava l’azienda.
La sentenza è stata emessa dalla seconda sezione del Tribunale di Catania, collegio composto dalla presidente Enza De Pasquale e dalle giudici Cristina Scalia e Anna Pappalardo, che ha invece assolto per la stessa estorsione Angelo Arena, personaggio coinvolto nel blitz Ombra eseguito l’estate scorsa contro il clan Santapaola-Ercolano. Per un altro episodio di pizzo è stato assolto Sebastiano Grasso.
Le indagini di questo troncone processuale erano state avviate dopo le dichiarazioni di Santo La Causa, ex reggente dell’ala militare della famiglia catanese di Cosa Nostra. Dalle rivelazioni del super-pentito la Dda etnea riuscì a ricostruire l’intera mappa del pizzo dei Santapaola-Ercolano.
Le motivazioni della sentenza del tribunale saranno depositate tra 90 giorni. Gli avvocati Giuseppe Lipera e Grazia Coco, difensori di Ercolano – che è stato anche interdetto dai pubblici uffici per cinque anni – annunciano già Appello contro la condanna. Invece esprimono soddisfazione gli avvocati Francesco Marchese e Michele Ragonese, rispettivamente difensori di Arena e Grasso, per la sentenza di assoluzione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA