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Mafia, operazione Ombra: «Ti sparo e finisci su una sedia a rotelle». Intercettazioni e foto

Aggredito e minacciato di morte anche un parente di Nitto Santapaola. Fibrillazioni coi Cappello

Di Vittorio Romano |

Le indagini della Squadra Mobile, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, si sono avvalse anche di intercettazioni telefoniche, ambientali, telematiche e videoregistrazioni. Una di queste incastra Carmelo Daniele Strano, responsabile del Gruppo della Stazione della frangia degli Ercolano, per il delitto di estorsione aggravata, con la minaccia derivante dall’appartenenza all’associazione di tipo mafioso e di gravi conseguenze per l’incolumità fisica.

Strano dunque costringeva la sua vittima, di cui non faremo il nome per ovvie ragioni, «a pagare la somma di euro 400 al mese, procurandosi così un ingiusto profitto, con conseguente pari danno per la persona offesa» come si legge nell’ordinanza della gip Marina Rizza legata all’inchiesta denominata “Ombra.

In particolare, dovendo riscuotere un prestito nell’interesse di A. P., il responsabile del gruppo della Stazione minacciava in diverse occasioni la vittima profferendo le seguenti espressioni: «Perché le persone che sono in galera non li possono maltrattare in questo modo, ‘mbare, altrimenti adesso ti devo maltrattare io a te» (4 settembre 2023); ed ancora: «’Mbare tu a me la minchia non me la devi fare scoppolare. Tu ora ti vai a procurare 2/300 euro oggi e me li porti… così per telefono, ti sto venendo a sparare ora, subito! Ti procuri 2/300 euro. Oggi mi devi portare i 200 euro. Perché ti siedo su una sedia a rotelle, ti siedo, parola mia! Regolati… ti siedo su una sedia a rotelle, parola mia. Procurati 200 euro e me li porti subito, entro le 5, non devo parlare più… che noialtri la suchiamo piedi piedi, e tu vuoi fare grazia. Io ti sparo oggi ti sparo» (12 settembre). E infine: «Facciamo così guarda, appena tu domani non me li porti ti buco una gamba, parola mia» (14 settembre 2023), costringendo la vittima a consegnargli la somma di euro 400.

Un altro episodio, di cui abbiamo parlato nell’articolo sopra, vede protagonisti il reggente della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano, Francesco Russo, il figlio Diego Filippo e Valerio Manuele Pelleriti. Tutti, in questo caso, indagati del delitto di lesioni personali aggravate in concorso, «perché in concorso tra loro, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, in più persone riunite, con l’aggravante di avere utilizzato delle armi, aggredivano selvaggiamente un uomo». In particolare, mentre Francesco Russo colpiva violentemente quest’ultimo con uno schiaffo, Diego Russo lo picchiava con una mazza da baseball; poi Pelleriti lo colpiva con un colpo di arma da fuoco alla gamba sinistra, cagionandogli lesioni personali dalle quali derivava una “frattura scomposta tibia e perone con esposizione, corpo estraneo, dolore acuto da trauma”, giudicata guaribile in giorni 30. Tutto questo perché quell’uomo il giorno prima in occasione di un diverbio in ambito lavorativo aveva mancato di rispetto a Francesco Russo.

Nell’ambito delle indagini è emerso anche un episodio di usura aggravata imputabile e Salvatore Iudicello, Questi, infatti, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, si faceva dare, «quale corrispettivo di una prestazione in denaro pari alla somma di euro 15.000, da due imprenditori in difficoltà economica, la somma di 50.000 euro quale restituzione del capitale iniziale e degli interessi sul capitale prestato, applicando un tasso pari al 200% annuo. Tutto questo preteso con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento, di omertà derivanti dall’appartenenza all’associazione mafiosa e al fine di agevolare l’attività dello stesso sodalizio criminale Santapaola-Ercolano». I fatti sono stati commessi a Catania e Misterbianco da dicembre 2019 ad agosto 2021.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA