Estorsioni, ma anche recupero crediti. Si evolvono i clan a Catania, come ha fatto quello dei Mazzei, legato alla famiglia di Cosa nostra dei Corleonesi, che oltre a imporre il pizzo agiscono come una vera propria agenzia di recupero crediti per conto di imprenditori e commercianti. In cambio la cosca chiede e ottiene il 50% dei soldi recuperati. È quanto emerge dall’operazione “Enigma” della polizia di Stato di Catania che ha disarticolato il clan dei “Carcagnusi”, e in particolare la frangia del rione Lineri, frazione di Misterbianco, ai cui vertici, secondo l’accusa, c’era Costantino Grasso, che è tra i 30 destinatari di un provvedimento restrittivo, come lo è anche, tra gli altri, il reggente della cosca, Sebastiano Mazzei, già detenuto. L’agenzia di recupero credito del clan era attivata da imprenditori e commercianti che non riuscivano a incassare decine di migliaia di euro seguendo le normali vie legali. Per loro ci pensava la mafia che risultava maggiormente efficace rispetto ai tempi della giustizia civile, meno sull’entità dei soldi recuperati perché bisognava cedere il 50% dei soldi all’organizzazione. Un meccanismo illegale che la Procura di Catania ha contestato ad almeno sette indagati, tra imprenditori e commercianti, che sono stati posti agli arresti domiciliari dal Gip per concorso in estorsione attuata con modalità mafiose. Le indagini della squadra mobile della Questura erano state avviate nel 2012, dopo il ritrovamento, in casa di Grasso, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Dda della Procura di Catania, di un libro “mastro”, con tanto di “entrate” e “uscite”, somme incassate dalle vittime di estorsioni e gli ‘stipendì pagati ai familiari dei detenuti e i soldi investiti per comprare e vendere droga. Nel bilancio anche i 400 euro spesi per comprare i regali di Natale per Sebastiano Mazzei. Durante le indagini sono stati arrestati in flagranza di reato alcuni affiliati mentre ritiravano il pizzo da due attività commerciali e sono stati sequestrati, complessivamente, otto chilogrammi di marijuana ed un fucile con le canne mozzate. Uno dei destinatari del provvedimento è irreperibile perché all’estero.