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Il processo

Mafia, Graviano: «Non conosco Marcello dell’Utri»

Il boss di Cosa nostra ha fatto dichiarazioni spontanee nel corso del processo sulla Ndranghera stragista

Di Redazione |

«Non conosco Dell’Utri». Lo ha detto il boss di Cosa nostra, Giuseppe Graviano, che, prima delle arringhe dei suoi difensori, Giuseppe Aloisio e Federico Vianelli, ha fatto dichiarazioni spontanee nel processo «Ndrangheta stragista» che lo vede imputato davanti alla Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria assieme a Rocco Santo Filippone, ritenuto esponente della cosca Piromalli di Gioia Tauro.

Entrambi sono stati condannati all’ergastolo, in primo grado, per il duplice omicidio dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, avvenuto nel gennaio del 1994.

Collegato in video conferenza dal carcere di Terni, Graviano ha contestato le accuse mosse dalla Dda di Reggio Calabria e ha parlato delle sue intercettazioni con il camorrista Umberto Adinolfi con lui detenuto nel 2016 nel penitenziario di Ascoli.

«Dicono che io ho detto “Abbiamo il Paese nelle mani, l’Italia”. – ha affermato Graviano – No, si stava scherzando. Si sente la parola Bolivia perché nei primi anni ’80 il signor Adinolfi viveva in Bolivia, in Perù, in questi posti. Non si parlava di cose illecite ma visti i rapporti che lui aveva con il governo di quel Paese, io scherzosamente gli ho detto: “Avessimo la Bolivia in mano, io facevo il presidente e tu il ministro della Cultura essendo una persona acculturata”».

Ciò, secondo Graviano, è in contraddizione con le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza. «Questo – sottolinea il boss di Brancaccio – smentisce anche il signor Spatuzza quando dice che al bar Doney ho riferito che avevo parlato con il signor Dell’Utri che non conosco. Se io avessi conosciuto il signor Dell’Utri, lo prendevo io l’appuntamento per fare fare al signor D’Agostino il provino nel Milan. E invece D’Agostino è andato da un certo Barone».

Il riferimento è alla vicenda del provino al Milan che, stando alle indagini, il figlio di Giuseppe D’Agostino avrebbe dovuto fare per il tramite di Marcello Dell’Utri. Seguendo D’Agostino i carabinieri arrestarono i fratelli Graviano.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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