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Mafia, confiscato parte del patrimonio del “re delle scommesse” Calogero John Luppino

Per l’imprenditore, ritenuto «socialmente pericoloso», è stata decisa anche la sorveglianza speciale per tre anni e mezzo

Di Redazione |

I giudici della sezione misure di prevenzione del tribunale di Trapani hanno disposto la confisca di parte del patrimonio del cosiddetto re delle scommesse Calogero John Luppino. I sigilli sono stati apposti ad aziende e immobili intestati a Luppino e alla moglie Paola Maggio. Per l’imprenditore, ritenuto «socialmente pericoloso», è stata decisa anche la sorveglianza speciale per tre anni e mezzo da scontare se diventerà definitiva la condanna subita in primo grado a 18 anni per mafia, estorsione e intestazione fittizia di beni.

Quando ci fu la perquisizione in casa di Luppino i carabinieri trovarono nell’abitazione a Tre Fontane, frazione marinara di Campobello di Mazara, otto lingotti e centinaia di migliaia di euro in contanti. I beni sequestrati l'anno scorso a Luppino nelle province di Roma e Trapani, erano costituiti da 10 società  e relativi compendi aziendali, 6 terreni, 14 rapporti bancari, 1 motoveicolo, 1 cavallo da corsa, nonché denaro contante, titoli di credito e come detto lingotti d'oro: il tutto per un totale di 6 milioni di euro.

L'ascesa imprenditoriale di Luppino nel mondo delle scommesse e dei giochi online sarebbe stata agevolata – secondo quanto accertato dalle indagini – da esponenti dei mandamenti mafiosi di Castelvetrano e Mazara del Vallo che obbligavano i vari esercizi commerciali del trapanese ad installare le macchinette delle sue società.

I giudici hanno disposto, invece, il dissequestro delle quote societarie di alcuni coindagati: Alejandro Prado, Gianmarco Amoroso e Salvatore Giorgi, assistiti dagli avvocati Stefanio Santoro e Fabrizio Cavallo. Dissequestrata la ditta individuale di «Antonino Tumbiolo» con sede Mazara del Vallo e alcuni immobili di Luppino e della moglie. I lingotti erano conservati in cassaforte assieme a 51 mila euro in contanti. Altri duecento mila euro furono rinvenuti nella casa di via Cile nel ripostiglio, in camera da letto e dentro il lavabo del bagno nascosti in dei sacchetti sottovuoto, oltre che in mansarda e in macchina.

Alejandro Prado, Gianmarco Amoroso e Salvatore Giorgi, assistiti dagli avvocati Stefano Santoro e Fabrizio Cavallo, ai quali i giudici hanno dissequestrato le quote societarie, non erano coindagati ma titolari delle quote della società L&G Service che gestiva scommesse on line. Per i giudici non sarebbero prestanome di Luppino.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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