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Mafia: agguato ad imprenditore condannati tre siciliani

Mafia: agguato ad imprenditore condannati tre siciliani

Sono state condannate dal collegio penale del Tribunale di Ravenna per il fallito agguato a colpi di pistola teso a Faenza, nel ravennate, la mattina dell’8 luglio 2009 a un imprenditore

Di Redazione |

Tre persone sono state condannate dal collegio penale del Tribunale di Ravenna per il fallito agguato a colpi di pistola teso a Faenza, nel ravennate, la mattina dell’8 luglio 2009 a un 45enne imprenditore del posto di origine catanese che non voleva cedere a pressioni per lasciare un appalto.   Un tentato omicidio con l’aggravante del metodo mafioso accompagnato dalla tentata estorsione che è costato 20 anni e un mese di carcere a Salvatore Randone, 59enne originario di Misterbianco (Catania) ma residente a Dozza Imolese (Bologna); 20 anni a testa sono stati inflitti ad Antonino Rivilli, detto “grilletto d’oro”, 44 anni di Catania. E ad Antonino Nicotra, 68 anni, di Misterbianco (Catania), che per l’accusa aveva tirato i fili dalla Sicilia. Per tutti interdizione perpetua dai pubblici uffici. Alla parte civile, costituitasi con l’avvocato Nicola Montefiori, è stata riconosciuta una provvisionale da 60 mila euro.   Secondo le indagini della Dda di Bologna portate avanti dal Pm Roberto Ceroni, Randone, Nicotra e Rivilli – difesi dall’avvocato Carlo Benini -, volevano che il 45enne rinunciasse a un appalto preso a Casalfiumanese (Bologna) per potere poi inserire una propria impresa amministrata di fatto dal 59enne nella quale inserire maestranze di fiducia provenienti dal Catanese. Avevano pure convocato a Piano Tavola (Catania) a inizio primavera 2007 il fratello dell’imprenditore preso di mira dicendogli che avrebbero ucciso il 45enne nel caso non si fosse fatto da parte.   Ma dato che nemmeno quello era bastato – prosegue l’accusa -, si erano risolti a pulire l’affronto subìto pianificando l’agguato: cinque di colpi di calibro 7.65 sparati contro il 45enne mentre usciva di casa per gettare la spazzatura, ma nessuno mortale. Nell’ambito del medesimo procedimento, altre tre persone indagate per reati minori non commessi a Faenza, sono state assolte.

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