MARSALA – Quasi sessant’anni di carcere sono stati inflitti dal Tribunale di Marsala a quattro dei 14 presunti mafiosi affiliati alla «famiglia» di Marsala arrestati dai carabinieri il 10 maggio 2017 nell’operazione «Visir». La pena più severa (19 anni di carcere) è stata emessa per Michele Giacalone, imprenditore edile, di 50 anni, accusato oltre che di associazione mafiosa, anche di tentata estorsione in danno di un’altra impresa che si era aggiudicata un appalto pubblico. A 16 anni è stato, invece, condannato Alessandro D’Aguanno, di 28 anni, e a 12 anni ciascuno Andrea Antonino Alagna, di 40, e Fabrizio Vinci, di 50, entrambi di Mazara del Vallo.
Gli altri dieci coinvolti nell’operazione «Visir» hanno scelto il rito abbreviato e l’11 luglio 2018 sono stati condannati, in primo grado, dal gup di Palermo Nicola Aiello ad oltre 114 anni di carcere. La pena più severa (16 anni) è stata per il presunto «reggente» della cosca di Marsala: Vito Vincenzo Rallo, 60 anni, pastore, già con tre condanne definitive per mafia sulle spalle. Per loro, è in corso il processo d’appello. Nel dibattimento che si è concluso oggi a Marsala, lo scorso 16 gennaio, nel corso della requisitoria, i pm della Dda di Palermo Pierangelo Padova e Gianluca De Leo, invocando condanne per complessivi 72 anni, sottolinearono la rilevanza della famiglia mafiosa marsalese, tanto che «il capo del mandamento di San Giuseppe Jato è venuto più volte a Marsala, che da periferia si fa centro, per discutere con Vito Vincenzo Rallo». (ANSA).