ROMA – Un gruppo di 98 rifugiati è stato evacuato oggi dalla Libia in Italia. Si tratta della terza evacuazione umanitaria diretta realizzata quest’anno verso il paese. Lo comunica l’Unhcr, spiegando che «con il conflitto che continua a infuriare in Libia, le operazioni di evacuazione rappresentano un’ancora di salvezza per i rifugiati più vulnerabili che si trovano nei centri di detenzione e in contesti urbani e che hanno un disperato bisogno di sicurezza e protezione».
I rifugiati vengono da Eritrea, Etiopia, Somalia e Sudan, e tra esse vi sono anche 52 minori non accompagnati. Il più piccolo è Yousef, un bimbo somalo di sette mesi nato in un centro di detenzione e in viaggio insieme ai genitori. La maggior parte dei rifugiati è stata a lungo trattenuta nei centri di detenzione in Libia, alcuni per oltre otto mesi. Con questa operazione sale a 1.474 il numero di rifugiati vulnerabili assistiti dall’Unhcr ed evacuati dalla Libia nel 2019; tra essi, 710 sono stati trasferiti in Niger, 393 in Italia, e 371 reinsediati in Europa e Canada.
«Oggi abbiamo trasferito al sicuro 98 persone, ma sono ancora poche rispetto alle migliaia che hanno bisogno di aiuto. Nei centri di detenzione ci sono ancora oltre 3.600 rifugiati. Dobbiamo urgentemente trovare una soluzione per loro, come per migliaia di rifugiati più vulnerabili in contesti urbani» ha commentato Jean-Paul Cavalieri, Capo della Missione per la Libia dell’Unhcr.
L’Agenzia Onu per i Rifugiati esprime la propria gratitudine per la cooperazione del Ministero dell’Interno libico e per il supporto dell’organizzazione partner LibAid nel garantire il rilascio e il trasferimento dei rifugiati dai centri di detenzione.
«L’evacuazione di oggi – ha spiegato Roland Schilling, Rappresentante Regionale per il Sud Europa dell’Unhcr – è un esempio di solidarietà, ringraziamo il Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno e la Polizia di Frontiera per averlo reso possibile. Ci auguriamo che altri paesi seguano questo esempio e realizzino simili operazioni umanitarie salva-vita».
Prima dell’evacuzione, l’Unhcr ha ottenuto il rilascio dei rifugiati dai centri di detenzione e li ha trasferiti in un Centro di Raccolta e Partenza (Gathering and Departure Facility – GDF) a Tripoli, dove hanno ricevuto cibo, riparo, cure mediche, supporto psico-sociale nonché abiti e prodotti igienici.