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L’omicidio del cuoco di Modica: i Ris in casa a dieci giorni dal delitto

Di Redazione |

MODICA  – Dopo dieci giorni dal delitto di Giuseppe Lucifora, il cuoco dell’Ospedale di Modica, trovato morto nella sua abitazione la domenica del 10 novembre, ancora i carabinieri non hanno un sospettato e soprattutto una pista da seguire. Oggi il Reparto investigazioni scientifiche (Ris) di Messina, al terzo piano di una palazzina nel Vico 11 febbraio, al quartiere Dente, ha passato al setaccio l’appartamento del cuoco che dopo l’autopsia effettuata dal medico legale Giuseppe Iuvara sarebbe morto per asfissia da soffocamento.

Il cuoco è stato picchiato (l’autopsia ha accertato la frattura della mandibola) e soffocato; a Peppe Lucifora, massacrato anche di botte, sarebbe stata chiusa le bocca impedendogli di respirare. I suoi polmoni sarebbero stati trovati pieni di sangue. Indiscrezioni, quelle relative all’omicidio del cuoco dell’Asp, che trapelano con il contagocce e che aggiungono ulteriori interrogativi ad un fatto di cronaca che ha reso attonita una comunità intera e ancora avvolto nel mistero.

All’interno dell’appartamento è stata trovata della droga. Gli uomini del Ris di Messina hanno controllato ogni centimetro quadrato dell’appartamento del cuoco alla ricerca di ulteriori riscontri che potrebbero rivelarsi utili alle indagini. 

Gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Francesco Riccio, sembrano non voler tralasciare nessuna pista, continuando a scavare nella vita privata del 57enne così amato e ben voluto. Chi avrebbe potuto aver fatto del male a Peppe Lucifora, cuoco al Maggiore, Chef a domicilio per tante famiglie della Modica bene, e parrocchiano “san giuggiaru” esemplare?

Tutti descrivono Peppe come un uomo limpido, gioioso e quasi senza filtri, ma chiusa la porta, la sera, cosa accadeva in quella abitazione? La sua sfera privata, da omosessuale dichiarato, è stata ovviamente messa al setaccio dagli inquirenti che stanno analizzando ogni elemento rinvenuto all’interno di un appartamento che appariva sì in disordine, ma non messo a soqquadro.

Chi ha fatto uso della droga trovata nell’appartamento? Forse l’assassino? L’esito dell’esame tossicologico potrà dare delle risposte importanti così come capire se Peppe quella sera ha tentato in qualche modo di difendersi ed ha addosso tracce organiche che possano ricondurre all’autore o agli autori di un delitto così efferato.

Da qualche giorno sul tavolo degli inquirenti sono arrivati anche i tabulati telefonici del traffico registrato dalla scheda del 57enne. A tal proposito pare siano già state diverse le persone sentite e controllate dai militari, soggetti che più frequentemente hanno chiamato Peppe nei giorni precedenti la sua morte. Anche in questo caso si stanno verificando contatti, anche in paesi limitrofi, che, dalla sfera personale a quella lavorativa, hanno avuto a che fare con il cuoco modicano.

Stando a quanto rivelano alcuni vicini pare che Peppe non avesse un compagno fisso, ma negli ultimi tempi era stato visto più frequentemente con due uomini. Si parla di una persona originaria di un’altra provincia, con la quale Peppe è andato anche a comprare degli elettrodomestici e di una persona definita come «di corporatura imponente».

Al momento però rimane il dato oggettivo che nessuno risulta inserito nel registro degli indagati. Possibile che nessuno abbia visto o notato qualcosa di strano nella notte tra sabato e domenica?COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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