L’ombra di una setta sulla strage in famiglia di Altavilla Milicia

Di Redazione / 11 Febbraio 2024

La pista della setta è al momento una delle ipotesi al vaglio degli investigatori, in merito a quanto
accaduto ad Altavilla Milicia (Palermo), dove un 54enne, Giovanni Barreca, ha ucciso la moglie e i due figli di 5 e 16 anni. Tra i sospetti, allo stato al vaglio di chi indaga, c’è quello che l’uomo possa aver agito anche per adesione ad eventuali sette o gruppi di fanatismo religioso, come quello che farebbe capo a Roberto Amatulli, presunto santone-guaritore spesso citato dall’autore della strage nei suoi post sui social.

Il triplice delitto sarebbe stato commesso nei giorni scorsi, e non la scorsa notte. E’ una delle ipotesi degli investigatori – il caso però è ancora tutto da risolvere e le notizie sono frammentarie – che pensano che Giovanni Barreca, l’assassino, abbia agito venerdì scorso.

«Non riusciamo a capire come sia stato possibile tutto questo. Sapevamo di liti come ce ne sono in tutte le famiglia ma non potevamo pensare che potesse succedere quello che è accaduto». Lo dicono due parenti dei bambini uccisi da Giovanni Barreca. L’uomo, oltre ai due figli, ha assassinato anche la moglie, Angela Salamone, il cui corpo non è stato ancora trovato contrariamente a quanto si era pensato in un primo tempo (sono stati infatti trovati dei resti in un terreno vicino all’abitazione, ma a quanto pare sarebbero di natura animale). Le due donne, zia e nonna della vittima, sono arrivate dal loro paese di origine, Aragona, non appena hanno appreso la notizia. “Lui era molto religioso. Lavorava tanto. Lei faceva la badante. Lui cercava di accontentarla in tutto. Ancora non riusciamo a comprendere. Ora cerchiamo di abbracciare mia nipote”, dicono riferendosi all’unica figlia sopravvissuta alla strage.

«Lui ripeteva sempre Dio è con noi», racconta Elisabetta Cassano, nonna di Antonella Salamone.

«Avevano problemi economici, qualche volta litigavano ma non potevamo mai immaginare una tragedia del genere. Lui frequentava la comunità evangelista, andava spesso a Bagheria. Lavorava molto come muratore e operaio ma i soldi non bastavano mai. Lei invece faceva la badante», raccontano le donne, Salvina Licata ed Elisabetta Cassano, zia e nonna di Antonella Salamone. Le due riferiscono che la famiglia abitava ad Altavilla Milicia da circa 5 anni. Prima aveva vissuto a Novara, dove vivono da molti anni alcuni parenti dell’indagato. Barreca è originario di Palermo, mentre la moglie Antonella Salamone è nata ad Aragona, in provincia di Agrigento. Con la famiglia fino a qualche tempo fa aveva vissuto anche la madre malata di Giovanni Barreca, che ora si trova in una casa di cura a Palermo. «Ero stata da loro per qualche giorno, ho visto che litigavano a volte. Sono andata via perché non c’era una situazione serena», dice la nonna di Antonella.

La Salamone, descritta come una donna «dolce e gentile», aveva svolto qualche lavoro di pulizia negli uffici del Municipio su incarico dell’amministrazione comunale che sosteneva la coppia facendola lavorare.

I carabinieri hanno raccolto informazioni anche da un vicina di casa in quello che non è stato un interrogatorio. La donna avrebbe riferito di situazioni di disagio all’interno della famiglia. Giovanni Barreca, a quanto si apprende, era conosciuto in paese perché faceva lavori saltuari anche nelle villette della campagna di Altavilla Milicia. I carabinieri stanno facendo un giro della zona assieme alla donna.

La “villetta dell’orrore” dove Giovanni Barreca, 54 anni, avrebbe assassinato la moglie e due figli, è un immobile di tre piani, poco rifinito nella parte esterna; intorno c’è un giardino con alberi d’ulivo. I carabinieri hanno sigillato l’area e stanno setacciando il terreno. Reggia trazzera marina di Granatelli è una strada di campagna, larga una decina di metri, lungo la quale ci sono altre villette su entrambi i lati. A pochi metri dalla villetta c’è un’altra abitazione. I carabinieri hanno fatto passare un carro funebre, che dopo pochi minuti è andato via, forse con i corpi dei due figli.

Pubblicato da:
Carmela Marino