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IL MISTERO

L’isolamento, i dissidi col cognato, i soldi: solo la perizia psichiatrica sul fratello potrà spiegare l’omicidio di Lucrezia

Probabilmente non si scoprirà mai la reale motivazione che ha armato Giovanni Di Prima, ma una valutazione clinica appare indispensabile. Domani l'interrogatorio

Di Simone Russo |

Probabilmente non ci sarà mai una motivazione reale che possa spiegare perché Giovanni Di Prima, 22 anni, ha ucciso la sorella Lucrezia di 37 anni, all'interno della loro abitazione in via Merano a San Giovanni la Punta e poi l'ha abbandonata in una campagna di Tarderia sull Etna. L'assassino ha cancellato quel momento dalla sua memoria. Sabato scorso si è autodenunciato, ma senza spiegare il motivo per cui lo ha fatto. Ancora adesso non è in grado di spiegarlo. E quasi ha rimosso dalla sua mente l'omicidio.

«Il signor Giovanni – ha spiegato Umberto Terranova, legale del 22enne – risulta abbastanza sereno. Ho avuto modo di vederlo all'interno della caserma dei carabinieri e di sentirlo telefonicamente e, ripeto, lui è sereno. Per le norme anti Covid non posso accedere in carcere, in questi giorni però l'ho sentito ermetico anche con me. Non si esprime in maniera chiara. Non riesco a comprendere le motivazioni di questo suo gesto. Fino al momento dell'omicidio non c'era mai stato nessun litigio con la sorella, nessun diverbio, nessuno scontro. Nulla».

Invece sembra che Giovanni Di Prima avesse avuto diversi incomprensioni con il compagno della sorella, Francesco, l'uomo che ha dato l'allarme sulla scomparsa della vittima. «Sicuramente, da quanto è emerso fino ad adesso – ha affermato l'avvocato Terranova – , il signor Giovanni non aveva un buon rapporto con il cognato. Non apprezzava questo soggetto e percepiva uno stato di disagio. Probabilmente nella sua mente si era creato idealmente un pensiero che non corrispondeva al vero. Ma non ci sono ancora motivazioni chiare su questo suo comportamento».

Secondo l'avvocato «solo dopo una perizia psichiatrica e neurologica potremmo forse capirne di più. Al momento – ha detto ancora il legale – non mi permetto di manifestare una valutazione. Dal risultato della perizia emergerà lo stato di capacità del soggetto. Quando si avrà un quadro clinico chiaro  potremmo cercare di capire cosa sia passato nella testa del 22enne».

A proposito delle relazioni del ragazzo con il mondo che ci circonda, l'avvocato Terranova ha spiegato che «Giovanni non aveva una socialità notevole e come tanti giovani di oggi tendeva a volte a fermarsi. La famiglia, però, non ha mai visto atteggiamenti preoccupanti o strani che potessero lasciare presagire qualcosa. Questa tragedia è stata un fulmine a ciel sereno. È un dramma familiare che merita tanto rispetto – ha aggiunto il legale – perché nello stesso momento la famiglia ha perso due meravigliosi figli. Lucrezia era una ragazza amatissima e lo era anche Giovanni. Una famiglia normale che, adesso, merita rispetto. I genitori ed il fratello maggiore sono lacerati dal dolore.  Si deve avere il massimo rispetto per una famiglia che all'interno del proprio nucleo familiare ha una vittima ed un carnefice».  

Per quanto riguarda un probabile litigio dovuto all'eredità della famiglia, litigio che ha fatto avanzare il movente economico, l'avv.Terranova spiegato che «la motivazione dell'omicidio non può essere attribuita al denaro. Non era una famiglia che aveva problemi di soldi o chissà cos'altro. L'aspetto economico è veramente labile».+

Si terra domani nella casa circondariale piazza Lanza, davanti al Gip di Catania, l'interrogatorio per la convalida del fermo del 22enne. Il giovane potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere ma chissà che Giovanni non decida di parlare con il giudice e chiarire gli aspetti oscuti di questa tragica vicenda.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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