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Licata, colpi d’arma da fuoco contro la segreteria di un deputato regionale del M5S

Indagini in corso per capire cosa è accaduto ai danni di Angelo Cambiano. Il politico era stato già bersaglio di diversi atti di intimidazione

Di Redazione |

Chi gli era ostile, dieci anni fa, lo definiva «il sindaco demolitore», accusandolo di volere gettare per strada intere famiglie criticando la sua battaglia contro l’abusivismo che sfociò nell’abbattimento di alcuni immobili costruiti illegalmente entro i 150 metri dalla costa. Tensioni sociali che Angelo Cambiano pagò caro, dovendo riconsegnare la fascia di sindaco di Licata (Agrigento) dopo che il Consiglio comunale lo sfiduciò ad appena due anni dal suo insediamento, ufficialmente per avere fatto perdere finanziamenti al municipio. Era il 2017. In quella fase al politico furono incendiati la casa di campagna e un terreno di famiglia; poi diverse lettere di minacce. Il Comitato per l’ordine e la sicurezza gli assegnò la scorta, servizio interrotto qualche anno fa.

Quel periodo buio sembra essere tornato. Qualcuno, ieri notte, ha sparato quattro colpi di pistola contro la vetrata della segreteria politica di Cambiano, da due anni e mezzo deputato del M5s all’Assemblea regionale siciliana. A dare l’allarme è stato un collaboratore del politico, che stamattina si era recato nella segreteria di corso Serrovira, nella zona centrale di Licata, dove i poliziotti del commissariato, gli agenti della squadra mobile di Agrigento e la scientifica hanno sequestrato le quattro ogive. «Il Movimento è al tuo fianco, non abbasseremo mai la guardia, in ogni angolo del Paese», reagisce il presidente del M5s, Giuseppe Conte. «E’ fondamentale che la società e le istituzioni si stringano attorno a lui», aggiungono i deputati e i senatori del Movimento. Il governatore della Sicilia, Renato Schifani, auspica che «le indagini facciano piena luce sui responsabili di un gesto vile» mentre il presidente dell’Assemblea regionale, Gaetano Galvagno, esprimendo la sua vicinanza e quella del Parlamento siciliano, dice: «queste intimidazioni non faranno mai breccia, anzi troveranno la ferma opposizione delle Istituzioni e l’indignazione della società civile».

Numerosi gli attestati di solidarietà bipartisan al politico, che di recente si è battuto in Assemblea regionale, senza riuscirci, per fare avere a Licata dissalatori mobili per sopperire alla carenza di acqua dovuta alla siccità. «Siamo tutti vicinissimi al collega e condanniamo senza mezzi termini questo vile ed esecrabile gesto contro un collega e amico che già troppe volte in passato è stato oggetto di pesanti azioni intimidatorie per la sua azione a tutela della legalità», affermano i deputati M5S all’Ars. «Un atto grave sul quale è doveroso indagare a fondo», aggiunge Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ars. E l’europarlamentare M5s, Giuseppe Antoci, chiosa: «lo Stato saprà rispondere con forza a questo ennesimo tentativo di fermarlo».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA