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Libia, forse uccisi due ostaggi italiani

Libia, forse uccisi due ostaggi italiani Si teme per il siciliano Salvatore Failla

Era stato rapito otto mesi fa, è originario di Carlentini FOTO

Di Redazione |

Potrebbe esserci anche il siciliano di Carlentini, nel Siracusano, Salvatore Failla di 47 anni, tra gli italiani dipendenti della società di costruzioni Bonatti, rapiti in Libia lo scorso luglio e uccisi stamane in Libia nell’area di Sabrata insieme ad un altro italiano.

La famiglia di Failla su indicazioni della Farnesina preferisce non rilasciare dichiarazioni. Tuttavia lo stesso Salvatore Failla, che da 3 anni si trovava in Libia per lavoro, sul suo profilo Facebook aveva di recente scritto, rispondendo ad un amico che gli chiedeva se avesse paura, che “qualche scontro c’è stato, ma dopo 3 anni ci ho fatto il callo”. Sui motivi che lo spingevano a restare nel Paese africano l’uomo, padre di due ragazze di 22 e 12 anni scriveva: “il lavoro me lo faccio piacere per forza, la famiglia bisogna pure camparla e mi dà modo di togliermi qualche sfizio“. 

 L’ipotesi che possano essere stati uccisi è stata rilanciata dalla Farnesina, dopo un esame di alcune immagini di vittime di una sparatoria nella regione di Sabrata in Libia, “apparentemente riconducibili a occidentali”. La Farnesina ha spiegato che potrebbe trattarsi di due dei quattro italiani, dipendenti della società di costruzioni Bonatti, rapiti nel luglio 2015, e precisamente di Fausto Piano e Salvatore Failla”.

Ma “in assenza della disponibilità dei corpi”, sono in corso verifiche. Gino Tullicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla erano stati rapiti lo scorso 20 luglio mentre rientravano dalla Tunisia nella zona di Mellitah, a 60 km di Tripoli, nei pressi del compound della Mellitah Oil Gas Company, il principale socio dell’Eni. L’intelligence italiana aveva accreditato quasi subito l’ipotesi che gli italiani fossero stati sequestrati da una delle tante milizie della galassia criminale che imperversa nel Paese. Un sequestro a scopo di estorsione, dunque, opera di criminali “comuni”. La preoccupazione, quindi, è stata sin da subito di scongiurare che venissero ceduti, in blocco o peggio ancora singolarmente, ad uno o più gruppi legati all’Isis, ormai infiltrato in diverse aree della Libia e molto interessato a gestire i sequestri, anche per i notevoli risvolti mediatici.

Secondo una delle ipotesi accreditate nei mesi scorsi da fonti militari libiche, i quattro italiani sarebbero finiti “nelle mani di gruppi vicini ai miliziani di Fajr Libya”, la fazione islamista che ha imposto un governo parallelo a Tripoli che si oppone a quello di Tobruk, l’unico riconosciuto a livello internazionale. Secondo questa ricostruzione, i miliziani avrebbero proposto uno scambio: i nostri connazionali con sette libici detenuti in Italia e accusati di traffico di migranti. Ma non c’è mai stata alcuna conferma e per mesi non ci sono state notizie. Secondo un testimone libico rientrato a Tunisi da Sabrata, i due italiani uccisi sarebbero stati usati come scudi umani dai jihadisti dell’Isis, negli scontri con le milizie di ieri a sud della città, nei pressi di Surman.

Anche un altro ostaggio è siciliano: si tratta di Filippo Calcagno, 65enne di Piazza Armerina (Enna), già tecnico Eni, sposato e con due figlie e poi c’è Gino Pollicardo, originario di Monterosso, nelle Cinque Terre, in provincia di La Spezia. La pagina creata su Facebook “Per la libertà di Gino, Filippo, Salvo e Fausto” ha raggiunto i 3mila mi piace 

 “Ho sentito in mattina la moglie di Salvatore Failla: è una donna disperata che chiede che il suo dolore venga rispettato. Non c’è ancora assoluta certezza che sia proprio suo marito uno dei due italiani morti, per questo sta vivendo queste ore con infinita angoscia”. Lo ha detto l’avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, legale della famiglia Failla, commentando le notizie drammatiche che provengono dalla Libia. “È un fatto spaventoso: se ci sono responsabilità a qualsiasi livello mi auguro siano individuate”, ha aggiunto.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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