Vittorio Sgarbi, non le sono fischiate le orecchie in questi giorni?
«E perché mai?».
L’Etna, la lava, Zafferana, le case…
«Ah, sì certo».
Molti, sotto il Vulcano, non l’hanno ancora perdonata per quella frase.
«Sono stato frainteso. E poi il tempo e la storia mi hanno dato ragione».
Insomma, dopo un quarto di secolo non s’è pentito di aver auspicato che la lava inghiottisse le case di Zafferana. Ecco il suo virgolettato dal nostro giornale del 14 aprile 1992: «La lava farebbe bene a distruggere le case di Zafferana perché sono brutte e meritano di essere cancellate».
«Era più di un quarto di secolo fa. Esattamente 26 anni fa. Era il 1992, io ero stato appena eletto in Parlamento. L’Etna era in eruzione dall’anno prima, non si sarebbe fermata fino al ‘93. Io chiesi all’allora ministro Capria di poter sorvolare in elicottero l’Etna. Mi ricordo tutto come se fosse ieri. Compreso un aneddoto molto divertente: un mio caro amico mi aveva affidato un figlio anoressico, perché pensava che il mio stile di vita sregolato lo potesse guarire. Dovevamo partire con un Bologna-Catania diretto, ma il ragazzo non sapeva neanche cosa fosse il check-in e perdemmo il volo. Poi, dopo scali e peripezie, arrivammo a Catania in serata anziché alle 15».
E fece il giro in elicottero sorvolando l’Etna…
«L’immagine che balzò ai miei occhi era davvero incredibile, una cosa mai vista. Le abitazioni abusive si estendevano alle pendici e sui lati del vulcano, incuranti del pericolo. Feci una dichiarazione contro gli abusi edilizi dicendo che c’era da augurarsi che la lava cancellasse quelli orrori edilizi. Mi riferivo in particolare a una orripilante chiesa di Fleri, a Zafferana, costruita dopo l’eruzione del 1984 secondo i criteri del modernismo più ridicolo e che era stata sfiorata dalla lava».
In piena eruzione, con la gente impaurita, non fu un’uscita geniale…
«Tutti si scagliarono contro di me per quella dichiarazione. Ci fu anche un tentativo di linciaggio dei cittadini, durante la mia partecipazione a una trasmissione di una televisione locale. Mi insultarono, fui salvato dall’intervento del questore che mi fese salire in macchina sottraendomi alla folla inferocita. Ma poi, in un’inchiesta di Panorama, fu dimostrato che gran parte delle case in quella zona erano abusive e anche di proprietà di mafiosi. Io sono leggendario per dire delle verità. Verità ovvie».
Insomma, non s’è mai pentito. Di scuse manco a parlarne…
«E perché mai? Ci provò anche Mike Buongiorno in un suo programma: ne nacque uno scazzo epico, del quale lui mandò in onda un paio di minuti. Poi “Striscia” recuperò il filmato integrale: 12 minuti favolosi. Io rivendico la verità, anche postuma, di quanto dissi all’epoca. E poi in 26 anni non è cambiato nulla, anzi è peggiorato. Ho letto dati impressionanti sull’abusivismo edilizio sotto l’Etna. Li avete visti?».
Sì, ma questo che c’entra col fatto di continuare a fare il tifo per l’Etna?
«Non ho mai fatto il tifo per l’Etna nel senso che intende. Non ho mai invocato la morte dei siciliani, ma invocavo, e continuo a farlo, solo il contrasto alla speculazione edilizia. Io fui accusato di para-leghismo quando invece non ne facevo una questione contro la Sicilia. Se una casa è abusiva o brutta, o peggio ancora abusiva e brutta allo stesso tempo, lo è a Varese come a Zafferana. La mia è una questione estetica ed etica. Anche se so che il rischio per le brutte case abusive alle pendici dell’Etna è minore per gli abitanti: sono seconde e terze case, abitate per poche settimane l’anno».
Che vuol dire? Sta di nuovo invocando la lava?
«Sono passati quasi trent’anni ma quelle brutture sono ancora lì, come lo sono quelle nei luoghi più incantevoli della Sicilia. Gran parte di quello che è costruito sul fianco dell’Etna, se abusivo andrebbe eliminato e se invece è storico si pone il problema di garantire i cittadini trasferendoli altrove. L’Etna è sempre in gran forma e quindi non ci giocherei troppo…».
Lei magari si riprenderà gli insulti. E invece Salvini, che leghista lo è davvero, con un blitz di poche ore e un selfie con l’arancino in via Etnea si gode il bagno di folla…
«Salvini è un tipo interessante. Ha capito che per avere consenso devi avere un nemico. Prima il nemico era il Sud per lui puzzolente e straccione, adesso sono i neri. Ha abbassato la mira: dalla Sicilia all’Africa. E quindi anche i siciliani, che adorano pure avere nemici, lo acclamano».
Di Maio invece ha fatto il porta a porta delle case danneggiate, stringendo le mani a tutti gli sfollati. E ora rivendica la risposta immediata del governo sul terremoto etnea.
«Sì, ma è una strategia complessivamente meno efficace quella dei grillini al Sud. Pagheranno molto il voto di scambio del reddito di cittadinanza. A differenza del clientelismo democristiano loro daranno una mancia a chi non ha nulla. Quelli lì davano un posto di lavoro, che significava fedeltà elettorale eterna. Questi cinquestelle, invece, danno sussidi a persone che non saranno riconoscenti: a un certo punto, alle urne, li tradiranno».
A proposito di tradimenti. Non le manca la Sicilia? E il ruolo di assessore regionale?
«Per nulla, a essere sincero. La Sicilia, nella sua autonomia, è marginale. Musumeci, politicamente, non conta nulla, un po’ per suoi limiti personali ma soprattutto per la marginalità di questa terra. Io sto bene qui. Faccio il deputato, le mie battaglie. Ho meno potere di quand’ero assessore in Sicilia. Ma mi sento più utile adesso…».
Twitter: @MarioBarresi