Cronaca
L’estate al mare in crisi ma non in Sicilia mentre si trasforma l’esercito dei bagnini
Un’estate a scartamento ridotto, con tanti ombrelloni chiusi negli stabilimenti, fatta eccezione per i weekend quasi sempre sold out, e le aziende a fare i conti con la crisi economica – che costringe a casa il 40% degli italiani, come rileva l’Eurostat – e con il maltempo, tra l’erosione delle spiagge e i danni alle attrezzature. E’ il bilancio di metà stagione del Sindacato italiano balneari: dopo un «maggio disastroso», a giugno e luglio le presenze in spiaggia sono calate in molte regioni, con punte del 25%, fatta eccezione per poche località.
A giugno, in particolare, spiccano le percentuali negative nel Lazio e in Abruzzo (-20%), ma i clienti diminuiscono anche negli stabilimenti di Campania, Emilia Romagna, Liguria, Molise e Toscana (-10%). In terreno positivo il Friuli Venezia Giulia e il Veneto (+20%), seguiti dalle Marche (+15%) e da Puglia, Sardegna e Sicilia (+10%). Nel mese di luglio a registrare il segno più sono soltanto la Campania (+15%) e la Sicilia (+5%), con record negativo, invece, per le spiagge d’Abruzzo (-25%).
Crescono invece ovunque o quasi in Italia i bagnini donna: sarà che con i salvataggi e i batticuori di Baywatch è cresciuta più di una generazione; sarà che tra le onde delle piscine l’esercito rosa è sempre più agguerrito (dall’inossidabile Federica Pellegrini a Simona Quadarella e, ultima, Benedetta Pilato): o sarà, infine, perché ormai le donne hanno dimostrato di poter svolgere più che egregiamente lavori che (a torto) venivano ritenuti solo prerogativa maschile, ma fatto sta tra i 14.750 bagnini operativi in Italia (11mila gli addetti al salvamento) 1 su 5 è donna. Secondo un’indagine di Cna Turismo e Commercio, infatti, se i maschi sono 12.390 (84% del totale), le donne sono 2.360, vale a dire il 16%, in crescita del 2% sull’anno scorso. Ma a che cosa è dovuta la crescita dell’occupazione femminile in questo settore? Probabilmente alla maggiore propensione femminile verso alcune doti essenziali per quest’attività: le capacità organizzative, l’accuratezza, la comprensione.
Le regioni che occupano più donne sono, nell’ordine, Calabria (oltre il 21% degli assistenti in attività), Trentino Alto Adige (8,5%) e Veneto (8,4%). L’età media delle assistenti bagnanti è di 18 anni, molto bassa, tanto che diverse tra di loro non hanno ancora completato l’iter scolastico.
In crescita è anche la presenza di immigrati. In tutto sono 1.430, rappresentano il 9,7% del totale e registrano in un solo anno un incremento del 2,86%. Disaggregando questo dato sono il Friuli Venezia Giulia (con il 21,3%) e la Liguria (con il 14,5%) le regioni dov’è più forte la presenza di immigrati tra gli assistenti bagnanti. A seguire Puglia (6,8%), Marche e Sicilia. Un’attività prevalentemente stagionale impone che il 90% dei contratti sia a tempo determinato. La retribuzione media annua di un assistente bagnante si fissa poco sotto i 9mila euro. A livello di istruzione scolastica, il 61,2% si è fermato alla scuola dell’obbligo, il 15,8% ha conseguito il diploma secondario, il 2% è in possesso di diploma universitario e il 21% ha frequentato corsi di formazione professionale.
Sei bagnini su dieci sono impegnati nelle imprese fino a 9 dipendenti, il 31% in quelle tra 10 e 49 addetti, il 9% nelle imprese da 50 occupati in poi. Quasi un’impresa su 10 (per la precisione il 9%) denuncia difficoltà a reclutare forza lavoro specializzata. L’attività, peraltro, ha raggiunto un certo grado di sofisticazione: si richiedono una maggiore preparazione rispetto al passato, esperienza acquisita sul campo, la frequenza di corsi di aggiornamento.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA