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IL PRESUNTO SERIAL KILLER

Lentini, il titolare dell’agenzia funebre arrestato anche per il delitto del bancario: ora è accusato di 3 omicidi

Di Redazione |

 I carabinieri del nucleo Investigativo di Siracusa e della Compagnia di Augusta hanno notificato ad Adriano Rossitto, 39 anni di Lentini, attualmente in carcere per il duplice omicidio di Francesca Oliva e Maria Marino della scorsa estate, un’ulteriore provvedimento cautelare, emesso dal gip di Siracusa, su richiesta della locale Procura, per l’assassinio di Francesco Di Pietro, bancario in pensione. 

Il cadavere dell’uomo fu trovato nell’agosto del 2019, in avanzato stato di decomposizione, tra i rovi di un agrumeto della contrada Ciricò, a Carlentini, in una sacca per la conservazione dei cadaveri (body bag) utilizzata solitamente dalle imprese di pompe funebri e dai dipartimenti di medicina legale.   Il corpo irriconoscibile fu identificato dagli investigatori dell’Arma grazie al decisivo esito dell’esame del Dna e agli accertamenti compiuti dal Ris di Messina. Identificata la vittima, i carabinieri hanno passato al setaccio la sua vita privata ricostruendo frequentazioni, disponibilità finanziare e le ultimissime ore di vita dell’uomo.

Dopo la recente separazione dalla moglie, così come dichiarato dalle sorelle, Francesco Di Pietro era particolarmente giù di morale e avrebbe iniziato a frequentare l’agenzia di pompe funebri di Lentini, gestita da Rossitto. Qui aveva allacciato altri rapporti di amicizia con frequentatori dell’agenzia coi quali era solito trascorrere buona parte della sua giornata.  

Partendo da questa pista investigativa, senza escluderne nessun’altra, i carabinieri di Siracusa hanno analizzato il tracciato Gps della auto della vittima, vettura della quale il bancario in pensione era morbosamente geloso, tanto da non cedere il volante a nessuno, nemmeno per brevi tragitti, e a prestare massima attenzione durante le operazioni di sosta per evitare danni accidentali causati da altri utenti della strada. 

I militari hanno ricostruito tutti gli spostamenti dei giorni precedenti, confermando l’assidua frequentazione dell’agenzia di pompe funebri, fino alla data presunta della scomparsa e hanno richiesto la collaborazione dei militari del Ris per ricercare eventuale impronte digitali sul veicolo, ritrovato in sosta nei pressi dell’ospedale di Lentini.

"E stata così isolata sull'auto di Di Pietro l’impronta del pollice destro di Rossitto, nitidamente impressa sul tasto del freno a mano – spiegano gli investigatori dell’Arma -. Questo elemento costituisce grave indizio circa il fatto che l’uomo abbia spostato l'auto della vittima, parcheggiata nei pressi dell’ufficio postale, per condurla all’ospedale di Lentini. Comportamento in contrasto con quanto emerso circa le abitudini Di Pietro, geloso della sua autovettura al punto da non consentire che nessuno la guidasse". 

Sul corpo della vittima, recentemente riesumato, sono stati eseguiti ulteriori accertamenti. In particolare, nella zona della laringe è emersa la presenza di una frattura, segno che l’uomo è stato ucciso. Una conclusione che in una prima fase delle indagini era stata resa difficoltosa dalle condizioni del cadavere, in stato di putrefazione dovuto all’abbandono in aperta campagna. Dalle indagini, poi, è emerso che Rossitto aveva a disposizione body bag "non funzionali all’attività condotta dalla sua agenzia di onoranze funebri che non dispone di un cassone per il recupero delle salme". 

Inoltre, l’indagato, per allontanare da sé i sospetti, avrebbe riferito, tra l’altro, di frequentazioni del Di Pietro con romeni, "situazione che non ha trovato riscontro nell’attività investigativa", spiegano i carabinieri. C'è poi un sms arrivato dal cellulare della vittima a quello della ragazza che lo aiutava in casa. Per il gip tale messaggio sarebbe stato "creato ad arte per evitare che fosse riscontrata in tempi rapidi la sua insolita assenza". 

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