Le Salinelle in piena attività fuoriesce fango da dieci bocche
Le Salinelle in piena attività fuoriesce fango da dieci bocche
E' il fenomeno più importante degli ultimi 50 anni
Dopo una giornata di calma, ieri, intorno alle 17, è tornata in attività la più giovane delle sei bocche che si sono aperte in via Salso. Fango che si sta riversando a valle grazie al canale di scolo, approntato per l’occasione, senza creare ulteriori disagi ai residenti. Nell’area naturalistica, intanto, si contano almeno una decina di bocche attive, la maggior parte a ridosso dell’abitato.
Negli ultimi cinquant’anni nessuno aveva assistito a qualcosa di simile. Tanto è vero che a partire dagli anni ‘60 alcuni decisero di costruire in prossimità delle Salinelle, pensando che il fenomeno di origine vulcanica potesse manifestarsi soltanto nell’area poco più sotto. Ma i tempi geologici non sono quelli dell’uomo e così, oggi, i vulcanetti non hanno fatto altro che ripresentarsi dove, con tutta probabilità, erano già comparsi in passato. Una spiegazione che, però, non soddisfa tutte le domande, a cominciare dalla più ovvia: perché le Salinelle sono riaffiorate in quel punto dopo tutto questo tempo? Quesiti su cui, per il momento, non si sbilanciano i ricercatori dell’Ingv di Catania e i tecnici del Dipartimento di Protezione civile che, ieri mattina, hanno raggiunto il sito per un sopralluogo.
Gli scienziati hanno compiuto alcune rilevazioni, riservandosi di commentarle. Per stamattina è fissato un nuovo incontro tra gli amministratori comunali e il Dipartimento di Protezione civile. Una riunione che servirà a valutare tutti i possibili scenari. Da ieri, intanto, l’attivazione del Centro operativo comunale, indispensabile per il coordinamento delle operazioni di protezione civile, ha permesso ai volontari dell’Apas di approntare alcune misure per affrontare la situazione. I volontari stanno realizzando dei turni di vigilanza per garantire maggiori condizioni di sicurezza a quanti si stanno recando a Paternò per visitare l’area delle Salinelle.
Quello che accadrà nei prossimi giorni, però, rimane un mistero. Come un “giallo” scientifico, anche in questo caso, vi sono alcuni indizi, ma le prove latitano ancora. Di certo si sa che il sottosuolo delle Salinelle è caratterizzato da fessure che favoriscono la permeabilità dei fluidi e quindi la risalita dei gas. Altrettanto certo appare il fatto che la risalita di questi gas (soprattutto anidride carbonica) può manifestarsi anche in zone distanti da quella che, storicamente, è definita come “zona delle Salinelle”. Prova ne è il fatto che il fenomeno della risalita dell’acqua per mezzo dei gas, osservabile nella Fonte Maimonide, dista circa 300 metri dall’area naturalistica. La storia delle Salinelle sembra intersecarsi con quella del territorio simetino e dei suoi abitanti sin dai tempi più remoti.
«Grazie ad uno studio di Mimmo Chisari – spiega lo storico locale, Nino Tomasello – sappiamo che il culto dei Palici, grazie alle Salinelle, era presente anche a Paternò, mentre lo storico Manganaro, traducendo dal greco, ci racconta l’episodio di una donna offesa alle gambe “miracolata” dal fango dei vulcanetti. Oggi non stiamo facendo altro che scrivere un’altra pagina di una storia che, quasi certamente, è cominciata con i primi abitanti di questo territorio». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA