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Le mani della mafia sulle scommesse «A noi serve chi clicca e non chi spara»

Di Fabio Russello |

Le mani della criminalità sulla raccolta illecita di scommesse on line. E’ quanto emerso da una inchiesta delle procura di Bari, Reggio Calabria e Catania, coordinate dalla Direzione nazionale antimafia e che ha portato all’arresto di 68 persone e al sequestro di beni in Italia e all’estero per oltre un miliardo di euro. Il volume delle giocate, non solo relative a eventi sportive, scoperto da Guardia di Finanza, Polizia e Carabinieri, è superiore ai 4,5 miliardi.

In manette sono finiti diversi esponenti della criminalità organizzata pugliese, reggina e catanese, oltre a diversi imprenditori e prestanome. Alle persone indagate finite agli arresti sono contestati i reati di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, autoriclaggio, raccolta illecita di scommesse on line, fraudolenta sottrazione ai prelievi fiscali dei relativi guadagni. I beni sono stati sequestrati anche grazie alle autorità di Austria, Svizzera, Regno Unito, Isola di Man, Paesi Bassi, Curacao, Serbia, Albania, Spagna e Malta. I dettagli dell’operazione saranno resi noti in una conferenza stampa in programma alle 11 nella sede della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo a Roma.

Agli atti dell’inchiesta le intercettazioni di alcuni esponenti della criminalità: «A noi servono quello che cliccano e non quelli che sparano». «Io cerco i nuovi adepti nelle migliori università mondiali – lo sentono dire i finanzieri – e tu vai ancora alla ricerca di quattro scemi in mezzo alla strada vanno a fare così: ‘bam bam!. Io invece – aggiunge l’uomo – cerco quelli che fanno così: ‘pin pin!!’. che cliccano, quelli che cliccano e movimentano. E’ tutta una questione di indice, capito?».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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