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Le mani dei clan sull’agroalimentare e quella missione dei Gambino di New York a Favara

Di Redazione |

La mafia agrigentina controllava e sfruttava il settore del commercio di uva e altri prodotti agricoli nella provincia di Agrigento accaparrandosi ingenti risorse economiche che andavano ad alimentare le casse dei clan e limitavano il ricorso ad attività illecite rischiose come il traffico di droga. Nello stesso tempo le cosche presidiavano la principale attività economica del territorio in una provincia saldamente legata al mercato agroalimentare. Il particolare è emerso nell’inchiesta dei carabinieri del Ros che oggi ha portato a 22 fermi.

Dalle carte emerge come non siano mai cessati gli storici rapporti tra la mafia siciliana e Cosa nostra americana scoperti già negli anni ’70 da Giovanni Falcone, il giudice ucciso a Capaci nel ’92. Lo conferma l’inchiesta del Ros che oggi ha portato a 22 fermi. Dall’indagine è emerso che emissari statunitensi della «famiglia» dei Gambino di New York nei mesi scorsi sarebbero andati a Favara, nell’agrigentino, per proporre ai clan locali business comuni.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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