Lauria ammazzato per una relazione con la moglie di un ergastolano: chiesto il carcere a vita per Santo Alleruzzo e Santo Lauceri

Di Laura Distefano / 10 Ottobre 2024

Ergastolo. È questa la richiesta avanzata alla Corte d’Assise di Catania dal sostituto procuratore Andrea Bonomo nei confronti di Santo Alleruzzo e Santo Lauceri per l’omicidio di Salvatore Lauria avvenuto il 7 aprile 1994 a Paternò.

Il regolamento di conti

Un regolamento di conti in piena regola ai danni di chi si sarebbe macchiato di una grave violazione del codice dei mafiosi. La svolta per risolvere il delitto è arrivata – come succede spesso – dalle rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia. In particolare sono stati i pentiti Orazio Farina e Antonio Giuseppe Caliò, che hanno permesso di identificare mandante e gruppo di fuoco. Il boss di Paternò avrebbe “dato l’ordine” a Orazio Farina durante i colloqui in carcere a Bicocca, qualche giorno prima del delitto.

Il movente

Il movente? Lauria sarebbe stato punito per una relazione amorosa che avrebbe avuto con la moglie di un ergastolano detenuto. Un elemento di spicco, almeno all’epoca, degli Alleruzzo, referenti dei Santapaola-Ercolano. Il boss insomma avrebbe emesso la sua condanna a morte.
I carabinieri, che hanno svolto le indagini, hanno cercato riscontri ai racconti dei collaboratori di giustizia che sono state portate in dibattimento. Inoltre sono stati esaminati durante il dibattimento anche i collaboranti che hanno dato l’input all’inchiesta.

Ammazzato a fucilate

Lauria fu ammazzato a fucilate. Caliò, Farina e Lauceri sarebbero arrivati sotto casa dell’uomo a bordo di una macchina in osservazione. Una volta avvistata la preda Farina avrebbe sparato con un fucile calibro 12. Lauria, colpito in diverse zone vitali, non avrebbe avuto scampo.
Il pm Bonomo nel corso della discussione ha disquisito sugli esiti degli accertamenti svolti sugli orari dei colloqui carcerari. Il 2 aprile 1994 Farina va a trovare il fratello Angelo a Bicocca. Nello stesso giorno Alleruzzo vede i parenti. Non coincidono gli orari, ma questo non cambia l’apparato probatorio. E quindi sulla richiesta del massimo della pena a carico degli imputati.

I colloqui in carcere

Santo Alleruzzo è già ergastolano ed stato coinvolto nel blitz antiracket Sotto Scacco qualche anno fa. Il difensore, l’avvocato Salvare Liotta, ha chiesto alla Corte d’Assise di assolvere il suo assistito. Ed è proprio sui controlli carcerari – messi a disposizione delle parti dalla procura – che ha cesellato l’arringa. Farina vede il fratello alle 14, Alleruzzo i familiari (la moglie non risulta ci sia) li incontra dieci minuti dopo le 18. Per il legale non si può ipotizzare il poco rigore nell’appuntare orari e date. A marzo 1994 fu ucciso l’agente di polizia penitenziaria Luigi Bodenza a Catania. Un fatto di sangue che fece alzare – ha evidenziato Liotta nella discussione – il livello di controllo nelle carceri.
La Corte d’Assise ha rinviato il processo al 31 ottobre per dare voce al difensore di Lauceri, Salvatore Leotta. Vedremo se ci saranno repliche o il collegio deciderà di ritirarsi in camera di consiglio per emettere la sentenza.

Pubblicato da:
Fabio Russello