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L’armiere: «Si può avere una pistola, ma non usarla per forza»

Di Maria Elena Quaiotti |

CATANIA – «La legittima difesa? In realtà c’è sempre stata». Francesco Zaccà, armiere a Catania da 4 generazioni, presidente regionale Armieri Confcommercio e delegato Sicurezza Confcommercio Catania, non ha dubbi. «Il concetto di potersi difendere non è nuovo – spiega meglio – e anche se vendo armi e sono da 40 anni titolare di porto d’armi, fortunatamente non mi è mai successo di doverle usare per difendere me o la mia famiglia. Resto sulla posizione della massima collaborazione con le forze dell’ordine, che sono l’istituto primario deputato alla sicurezza. Collaborazione che, in termini di sussidiarietà oggi può essere agevolata dalla tecnologia, utile sia alla prevenzione che alla repressione di reati, come provato dalla cronaca anche recente. Con la legittima difesa va rispettato il concetto di proporzionalità, ad esempio se stai scappando non posso spararti alle spalle. Deve esserci un imminente pericolo per reagire, non si può certo sparare all’impazzata e senza criterio. E in ogni caso il concetto di legittima difesa non è minimamente legato all’arma da sparo, dato che ci si può difendere a prescindere anche con una mazza da baseball, un coltello, una vanga se ci si trova in campagna».

Zaccà, che di armi se ne intende, non è rimasto molto impressionato dalla foto diffusa sui social a Pasqua e ieri su tutti i giornali che ritraeva il Ministro dell’interno Matteo Salvini in posa con un’arma: «Ormai non seguo più i social – chiarisce – la foto l’ho vista, ma è un’immagine decontestualizzata. Non è inusuale partecipando a una fiera del settore prendere in mano un’arma per guardarla meglio. Bisogna capire cosa aveva in testa chi l’ha pubblicata, di norma cerco di restare fuori da logiche che non mi competono. Bisogna sempre sapere di cosa si sta parlando, sul piano emotivo ci saranno sempre fazioni pro e contro».

Va ribadito che i decreti Sicurezza e sulla Legittima difesa, che ha inserito alle fattispecie di legittima difesa l’abitazione e l’esercizio commerciale, nulla hanno a che fare con il porto d’armi. La conferma ulteriore, se ce ne fosse bisogno, sono i dati relativi alle domande di nulla osta acquisto armi o richiesta di porto d’armi, che in provincia di Catania non hanno registrato incrementi significativi, come confermato dalla Questura etnea.

«Non c’è stata nessuna “invasione” nell’acquisto di armi – conferma anche Zaccà – nessuna “corsa all’armamento”. Per noi non è cambiato niente. Anche perché, mi creda, non è così facile entrare in possesso di un’arma. Solo chi è titolare di porto d’armi la può acquistare e i requisiti richiesti sono precisi, i certificati stringenti. Poi c’è il settore sportivo e ci sono tanti appassionati di tiro, anche donne. Ma si tratta sempre di persone con una certa formazione e che seguono le regole, sia di conservazione che di utilizzo delle armi. Piuttosto direi che è più che doveroso agire sulla prevenzione, con l’incremento degli strumenti tecnologici a disposizione e che possono scoraggiare atti violenti. Servono telecamere, collegamenti diretti con le forze dell’ordine, vigilanza privata. La prevenzione aiuta molto, sia nel pubblico che nel privato».

Un’esigenza, quella della sorveglianza per esempio in asili, scuole, ospizi, che la società sta percependo come sempre più necessaria, soprattutto in considerazione di alcuni fatti di cronaca cruenti o reati che non sarebbero mai stati scoperti senza l’utilizzo della tecnologia, ad esempio spaccio di droga fuori dalle scuole o violenze gratuite a danno dei più indifesi. 

Prevenire, dunque, senza prescindere dalle forze dell’ordine, sembra essere la nuova parola d’ordine. «Faccio sempre l’esempio dell’incendio – racconta ancora Zaccà – anche se in negozio ho un estintore non per forza deve scoppiare un incendio. Ma è importante seguire le regole, non creare le condizioni perché l’incendio scoppi e essere pronti a spegnerlo. Un’auto o un furgone sono potenzialmente peggio delle armi, conosciamo tutti gli episodi di mezzi lanciati intenzionalmente sulla folla; inoltre in auto muoiono circa 5mila persone l’anno. Forse – ironizza – ci vorrebbe il “porto d’auto?».

Tra gli “strumenti” di difesa più accessibili e senza bisogno di particolari prescrizioni al primo posto si piazza sicuramente lo spray al peperoncino «se ne sono venduti – commenta – ma anche qui non si registra un incremento significativo nell’ultimo periodo. Non è un aggressore chimico, è efficace e non lesivo perché neutralizza il potenziale assalitore senza creare danni. Come per ogni strumento si deve sapere utilizzare correttamente per evitare che ci si ritorca contro. Non le nascondo che io stesso quando esco con mia moglie me lo porto dietro, anche se non l’ho mai utilizzato». E l’uso improprio, come accaduto in discoteche o manifestazioni di piazza affollate creando panico e reazioni incontrollabili delle masse, richiama ancora di più alla responsabilità civile di tutti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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