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Lampedusa, i soccorritori dei naufraghi: «Avevano la morte negli occhi»

Di Matteo Guidelli |

LAMPEDUSA – «Quando li abbiamo tirati fuori dall’acqua avevano la morte negli occhi, nessuno di loro sapeva nuotare, è stato un miracolo riuscire a salvarli». Sono gli uomini della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza di Lampedusa a raccontare l’ennesima tragedia che si è consumata al largo dell’isola.

Quando è scattato l’allarme, attorno alla mezzanotte dopo la telefonata dei migranti alla centrale operativa di Palermo, da Lampedusa è partita una motovedetta della Guardia Costiera classe 300, mentre in mare c’era già un’imbarcazione della Gdf nell’ambito dei servizi di pattugliamento che abitualmente vengono svolti per intercettare eventuali barchini. Ed è stata proprio la motovedetta della Guardia Costiera ad individuare il barcone con a bordo i migranti. «Appena siamo arrivati – raccontano i soccorritori – il barchino era sovraccarico, inclinato da un lato. Ed imbarcava acqua».

Sia l’imbarcazione della Guardia Costiera sia quella della Gdf si sono avvicinate, con quest’ultima che è rimasta un pò più distante. Ma il barcone si è capovolto prima ancora che i soccorritori potessero raggiungerlo. «E’ successo tutto in un attimo, c’erano delle condizioni di mare proibitive. E’ stato un capovolgimento repentino – racconta uno di loro – non c’è stato neanche il tempo di riprenderli, in molti non sapevano nuotare e sono andati giù immediatamente».

Uno degli uomini della Guardia Costiera si è anche tuffato, per salvare quante più persone possibili e alla fine 18 migranti sono stati recuperati dalla Guardia Costiera e 4 dalla Gdf, due uomini e due donne. «Si sono aggrappati ai salvagente in preda alla disperazione. Avevano la morte negli occhi. E quando finalmente li abbiamo tirati fuori dall’acqua – dicono ancora i soccorritori – tremavano di paura, infreddoliti e disperati. Nessuno riusciva a dire nulla».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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