una questione irrisolta
Lampedusa, gli sbarchi non si fermano mai: in 36 ore arrivati 1500 migranti
Sull'isola i componenti della commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo: «Violati diritti dei rifugiati»
L’Europa vedrà con i propri occhi e potrà toccare con mano l’emergenza migranti a Lampedusa e la perdurante crisi legata agli sbarchi continui. Da oggi e fino a dopodomani, sull’isola, sono presenti i componenti della commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo.
Il «faccia a faccia», anche con il prefetto Valerio Valenti, commissario delegato per lo stato d’emergenza, nonché con le organizzazioni non governative nella ricerca e soccorso, comincerà martedì, ma già oggi i deputati europei hanno potuto rendersi conto dell’andirivieni di pullman dal molo Favarolo.
Sedici, a partire dalla mezzanotte, gli sbarchi per un totale di 820 persone. Mentre domenica gli approdi erano stati 15 con l’arrivo di 612 migranti. Per la Prefettura di Agrigento, d’intesa con il Viminale, è corsa contro il tempo nel tentativo di alleggerire l’hotspot di contrada Imbriacola dove, all’alba, c’erano 1.300 ospiti (fino a sabato notte erano poche decine). In 430, con i due traghetti di linea, sono stati trasferiti a Porto Empedocle e domattina giungerà la nave Diciotti che imbarcherà altre 600 persone.
I deputati europei prenderanno parte anche ad un’operazione Sar a bordo della nave Dattilo, della Guardia costiera. Il comitato 3 ottobre (nato dopo il naufragio con 368 vittime del 2013), a detta del suo presidente Tareke Brhane, vuole portare la commissione alla Porta d’Europa che, stanotte verrà illuminata di blu in occasione della Giornata mondiale per i rifugiati, ma anche al Museo della fiducia e del dialogo del Mediterraneo di piazza Castello. «Vogliamo sensibilizzarli anche nei confronti di chi non arriva in Sicilia e perde la vita durante la traversata» spiega Tareke Brhane.
«L’Europa deve prevedere una legge speciale che prenda di petto tutte le problematiche che riguardano non solo i diritti umani dei migranti, ma anche i diritti dei cittadini di Lampedusa e Linosa» ha chiesto il sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino, alla commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, anche lei da oggi a Lampedusa. “L’Europa è inerme nell’affrontare l’immigrazione – ha aggiunto -, si parla sempre di coesione e collaborazione fra Stati, ma in realtà non si vuole cambiare il regolamento di Dublino, non si vogliono far partire i canali umanitari per far viaggiare le persone in sicurezza e i problemi di Lampedusa rimangono quelli di sempre». E il grido d’allarme lanciato dal sindaco di Lampedusa viene subito rilanciato dalla commissaria europea per i diritti umani: «Le notizie di violazioni dei diritti umani di rifugiati, richiedenti asilo e migranti – ha sottolineato Dunja Mijatovic – sono ormai così frequenti che difficilmente vengono registrate nella coscienza pubblica. I governi degli Stati membri del Consiglio d’Europa, anziché considerarsi reciprocamente responsabili sulla base di standard condivisi, hanno tollerato o sostenuto l’adozione di leggi e politiche che hanno tolto le tutele dei diritti umani alle persone in movimento».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA