«Non si possono accettare i morti in mare, noi dobbiamo contrastare la tratta di esseri umani. Ma certamente serve che l’Europa sia ancora più presente».
E’ il monito della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, a Siracusa per inaugurare una targa in una scuola intitolata ad Eligia Giardina, una giovane infermiera uccisa dal marito al nono mese di gravidanza.
«Per fortuna l’argomento è stato messo all’ordine del giorno dal Consiglio europeo e se ne parlerà in maniera più concreta a ottobre – dice Lamorgese – Certamente c'è stata anche una visione di prospettiva da parte degli Stati che partecipano, perché si sta comprendendo finalmente che c'è bisogno di una maggiore responsabilità e condivisone di attività da mettere in campo». E aggiunge: «L'Italia si sta già muovendo».
Una visita che arriva nel giorno in cui a Lampedusa sono sbarcate centinaia di persone, soccorse in mare da unita della nostra Guardia costiera e della Guardia di finanza e mentre in Tunisia si è verificato un altro naufragio dopo quello di martedì scorso tra Lampedusa e l’isolotto di Lampione. Al largo della Tunisia si contano almeno 43 persone annegate mentre tentavano l’attraversamento, mentre sulla spiaggia di Zawiya, in Libia, sono stati ritrovati 14 cadaveri di migranti, tra i quali una donna ed un bambino. Cresce dunque il bilancio delle vittime dei viaggi della speranza: sono quasi 800 nel 2021.
Con quelli di oggi gli arrivi in Italia nel 2021 hanno superato quota 21mila, il triplo di quelli registrati nel primo semestre dello scorso anno: bengalesi (3.332) e tunisini (2.974) le nazionalità più rappresentate.
E sono tante in questi giorni – complice il mare favorevole – le partenze da Libia e Tunisia. A Lampedusa oggi sono arrivati – su 8 diverse imbarcazioni – 252 migranti. Nelle acque dell’isola, intanto, sono state sospese dopo 4 giorni le ricerche di eventuali superstiti del naufragio di martedì. La Procura di Agrigento, che indaga sul caso, vuole provare a raggiungere il relitto naufragato con un robottino per appurare se i 9 dispersi sono rimasti impigliati all’interno dell’imbarcazione.
Sulla vicenda degli spari di una motovedetta della Guardia costiera libica contro un’imbarcazione di migranti documentata dall’aereo di Sea Watch la ong ha presentato alla procura di Agrigento una denuncia. E Oxfam denuncia che nel 2021 il Governo ha stanziato 500mila euro in più per sostenere l’attività della Guardia costiera libica, per un totale di 32,6 milioni di euro spesi dal 2017.