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L’allegra gestione dei beni confiscati: chiesti quasi 16 anni per la Saguto

Di Redazione |

CALTANISSETTA – «La sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo era stata trasformata in un ufficio di collocamento» dove era stato realizzato «un sistema perverso e tentacolare» che ha «creato un danno irreparabile e incalcolabile all’immagine della magistratura». E’ l’’affondò in aula a Caltanissetta, dei Pm Maurizio Bonaccorso e Claudia Pasciuti, che a conclusione della requisitoria hanno chiesto al Tribunale Nisseno la condanna a 15 anni e 10 mesi di reclusione e l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici per Silvana Saguto, l’ex presidente della sezione Misure di prevenzione di Palermo accusata di avere realizzato un «cerchio magico” nell’assegnazione di incarichi e consulenze nella gestione del suo ufficio giudiziario. Accanto ai due Pm, prima della richiesta, in aula c’era anche il capo dell’ufficio, il procuratore di Caltanissetta Amedeo Bertone. I reati che sono contestati alla Saguto, che il Csm ha radiato dalla magistratura, vanno dall’associazione per delinquere all’abuso d’ufficio e alla corruzione. «Dalle intercettazioni – hanno sostenuto i Pm – emerge un quadro desolante: ci sono pubblici ufficiali che hanno tradito la loro funzione per interessi privati». E dalle indagini, sostiene la Procure Nissena, spicca «una costante: il personale veniva scelto non sulla base delle loro competenze, ma in ragione dei rapporti di vicinanza o amicizia”.

  Tra quest’ultimi la Procura di Caltanissetta mette l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, considerato il ‘leader’ degli amministratori giudiziari per cui l’accusa ha chiesto 12 anni e tre mesi. Sollecitata la condanna a 11 anni e 10 mesi per un altro amministratore giudiziario, il professore Carmelo Provenzano, e per 10 anni e 11 mesi per il suo ‘collegà Roberto Nicola Santangelo. Chiesti 9 anni e 10 mesi per l’ingegner Lorenzo Caramma, marito di Silvana Saguto, e sei mesi per il loro figlio, Emanuele Caramma; sei anni per l’ex prefetto Francesca Cannizzo; 2 anni e 6 mesi per l’ex giudice della sezione misure di prevenzione Lorenzo Chiaramonte; 2 anni per l’amministratore giudiziario Walter Virga; 4 anni e 4 mesi per il docente universitario Roberto Di Maria; 5 anni per Maria Ingrao, moglie del professor Provenzano; 4 anni e 6 mesi per Calogera Manta, cognata di Provenzano; 8 anni e 1 mese per il colonnello della Dia Rosolino Nasca. Chiesta l’assoluzione per Vittorio Pietro Saguto, padre dell’ex magistrato e per l’amministratore giudiziario Gabriele Aulo Gigante.

Prima della conclusione della requisitoria nel processo sul “sistema Saguto» il Pm Maurizio Bonaccorso ha chiesto la trasmissione degli atti per il reato di falsa testimonianza nei confronti di 14 testi che hanno deposto. Tra loro l’ex prefetto Stefano Scammacca, il magistrato Daniela Galazzi, l’amministratore giudiziario Giuseppe Rizzo e gli avvocati Giuseppe Barone (ex componente laico del Cga), Vera Sciarrino, Alessio Cordova e Dario Majuri. Gli altri testi per i quali il Pm ha chiesto la trasmissione degli atti sono i commercialisti Roberto Nicitra e Gianfranco Scimone, gli impiegati della Motor Oil, Dario e Giuseppe Trapani, e tre collaboratori del professore Giuseppe Provenzano: Laura Greca, Marta Alessandra e Alessandro Bonanno.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA