Lagalla: «Scontiamo un contesto povero»
Lagalla: «Scontiamo un contesto povero»
PALERMO – «Sono soddisfatto per i miglioramenti compiuti nel giro di un anno. Nonostante sforzi “bestiali”, però, continuiamo a pagare un contesto complessivo di povertà economica e la mancanza di politiche d’assistenza da parte della Regione». Così Roberto Lagalla, rettore uscente dell’Università di Palermo, analizza la classifica de “Il Sole 24 Ore” sugli atenei statali italiani.
Nella graduatoria generale, Palermo si colloca al 55esimo posto, a pari punti con Catania. Cinque le posizioni guadagnate nel giro di un anno: passi in avanti si registrano sul fronte della didattica; mentre per quanto riguarda la ricerca i dati sono sostanzialmente gli stessi. «Manca, però, la valutazione sui progetti Pon, che sono erogati soltanto alle Università del Sud. Ciò determina un relativo arretramento», spiega Lagalla, secondo cui «in queste classifiche non sempre sono noti e validati i criteri e i numeri riportati».
Nota metodologica a parte, emerge chiaramente un divario crescente tra le Università del Nord e quelle del Sud. Palermo, al pari degli altri atenei siciliani, «deve fare i conti con un contesto sfavorevole». Ne è convinto Lagalla, che punta il dito contro la Regione: «Tra i fattori che più ci penalizzano c’è la bassa percentuale di studenti idonei che hanno ricevuto la borsa di studi. Siamo fanalino di coda. Evidentemente l’Ersu, che ricordo essere un ente regionale, non funziona. Così come tutto il sistema della Regione siciliana». Male anche sul fronte dell’attrattività (il numero di studenti provenienti da fuori regione sul totale degli immatricolati), ma in questo caso “pesa” l’insularità della Sicilia. Andando a spulciare le classifiche dei singoli indicatori “affiorano” pure dati positivi. Uno di questi riguarda la mobilità internazionale (ovvero la percentuale di crediti ottenuti all’estero): Palermo, infatti, si colloca al 14esimo posto su 61 atenei. «Siamo in netta crescita su questo parametro», commenta Lagalla. «Per quello che facciamo, vale a dire didattica e ricerca, – aggiunge – registriamo anche un trend in miglioramento».
Lagalla, che il primo novembre lascerà le redini dell’Università palermitana a Fabrizio Micari (da poche settimane eletto nuovo rettore), conclude con una battuta: «Se Verona, Trento e Milano corrono con le scarpe da ginnastica, noi corriamo con una palla al piede. In questa situazione non arrivare ultimi è già un miracolo».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA