RAGUSA – Nove anni di carcere per Rosario Greco, l’uomo che alla guida del suo Suv l’11 luglio dello scorso anno travolse e uccise i due cuginetti undicenni di Vittoria, Alessio e Simone D’Antonio, mentre, giocavano davanti all’uscio di casa. Il Gup del Tribunale di Ragusa, Ivano Infarinato, al quale il pm Fabio D’Anna aveva chiesto la condanna dell’imputato a 10 anni, ha deciso per una pena inferiore di un anno in forza anche del rito abbreviato scelto dall’imputato. Tra le pene accessorie anche la revoca della patente di guida e la confisca dell’auto posta sotto sequestro, oltre al risarcimento dei danni da liquidare in sede civile al comune di Vittoria che si è costituito parte civile ed ha chiesto un risarcimento di un milione di euro.
Rosario Greco, accusato di duplice omicidio stradale aggravato dall’alterazione psicofisica dovuta all’abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti, al momento della sentenza non era in aula, dove erano presenti invece i genitori dei due bambini e gli zii. Una sentenza che giudicano poco severa rispetto alla gravità dei fatti accaduti. «Il giudice ha fatto un ulteriore sconto – dice Tony D’Antonio, padre di Simone – rispetto alla richiesta del pm. Non sono queste le pene che si applicano ad un criminale. Ci saremmo aspettati una condanna più severa per la morte di due bambini trucidati sul portone di casa».
«Il problema di questa vicenda – dice il legale dei D’Antonio, l’avvocato Daniele Scrofani, che nel processo a Rosario Greco erano parti offese – non è la pena, ma la legge. Il caso è stato trattato come omicidio stradale. L’insoddisfazione dei genitori per la condanna a 9 anni dell’autore è sul fatto che il sacrificio dei loro figli sarebbe stata un’occasione per modificare la normativa e prevedere un’ipotesi diversa, intitolando la nuova legge ai cuginetti come hanno promesso molti politici che sono venuti a Vittoria dopo l’incidente. Chiaramente per i familiari qualsiasi pena non è rispondente alla loro doverosa sete di giustizia».
E sulla pena a Rosario Greco è intervenuto anche il leader della Lega Matteo Salvini. «La vita di un bambino – ha twittato l’ex ministro dell’Interno – non può valere così poco, bisogna eliminare il rito abbreviato per i reati più gravi e cancellare buone condotte e sconti di pena. La sentenza del Tribunale di Ragusa conferma ancora una volta la necessita di mettere mano alla riforma del Codice penale e dell’intera giustizia»
«Possiamo solo immaginare – ha detto la vicepresidente della Camera dei deputati Mara Carfagna – il dolore dei genitori, colpiti da una indicibile tragedia e oggi delusi da uno Stato che si dimostra troppo indulgente. Il ministro Bonafede è andato a trovarli subito dopo l’accaduto e ha promesso loro di cambiare le norme che permettono questa e altre analoghe sentenze. È passato un anno e le sue parole sono rimaste ancora una volta vuote e vane. È sconvolgente che un assassino ubriaco e drogato sia condannato a soli 9 anni di carcere, dopo aver travolto con la sua auto e spezzato la vita di Simone e Alessio».
«Le sentenze non si commentano ma si eseguono – dice invece il Commissario straordinario del comune di Vittoria Filippo Dispenza -. “Dura lex, sed lex”. Piuttosto la responsabilità è di chi ha voluto tipizzare l’omicidio stradale e l’ammisione automatica al rito abbreviato. La vera giustizia Alessio e Simone la troveranno in Paradiso». Il comune di Vittoria si è costituito parte civile nel processo contro Rosario Greco chiedendo la modifica del capo d’imputazione in “omicidio volontario sorretto da dolo eventuale” e un risarcimento esemplare di un milione di euro. Il Gup ha deciso che il risarcimento del comune di Vittoria avverrà in separata sede con un nuovo giudizio civile.