La Procura di Enna ha aperto un’inchiesta, al momento senza indagati, sullo svuotamento della diga Sciaguna di Agira che ha provocato una vasta moria di pesci, rimasti senza acqua. Il reato ipotizzato dal procuratore Massimo Palmeri è disastro colposo. A lanciare l’allarme nei giorni scorsi era stato il Wwf Sicilia Centro denunciando un “disastro ambientale» perché «il lago non esiste più: al suo posto c’è una distesa di fango e limo teatro di una vasta moria di fauna ittica, con centinaia di esemplari ormai agonizzanti nelle residue pozze d’acqua in via di prosciugamento». Sulla vicenda interviene il commissario straordinario del Consorzio di bonifica Sicilia orientale, Franco Nicodemo,: «lo svuotamento dell’invaso, contrariamente a quanto scritto dai media – spiega – non è imputabile in alcun modo al Consorzio di bonifica Enna 6 che non può intervenire nelle operazioni gestionali del lago che sono a cura del dipartimento regionale Acque e rifiuti».
«Stiamo valutando – annuncia Nicodemo -di adire per vie legali al fine di tutelare il nostro operato. Ormai da diversi anni il dipartimento regionale Acque e rifiuti è il gestore dell’invaso, mentre il Consorzio di Bonifica 6 di Enna è un mero utilizzatore delle acque Sciaguana».
Sull’accaduto l’assessore all’Energia della Regione Siciliana, Daniela Baglieri, ha «avviato un procedimento per verificare le responsabilità dello svuotamento dell’invaso della diga di Agira» e ha convocato per lunedì «una riunione con tutti i responsabili delle dighe siciliane e il dirigente del servizio». Mentre la deputata del M5s, Jose Marano, ha chiesto all’Assemblea regionale Siciliana un’audizione sul caso in commissione Attività produttive.