Il quotidiano La Sicilia è sempre il quotidiano più diffuso in Sicilia con il 23,1% di diffusione, rispetto al 21,9% del Giornale di Sicilia e all’11% della Gazzetta del Sud, mentre il brand La Sicilia è, dopo quello della Tgr Rai, il secondo nella nostra Regione con il 17,6% (la Rai è a quota 28,3%), mentre al terzo c’è il gruppo TGS Giornale di Sicilia con il 17,4%. Dati dai quali è peraltro esclusa l’informazione on line e dunque non comprende le performances del sito lasicilia.it i cui risultati sono estremamente positivi (negli ultimi 28 giorni, secondo Google Analitycs, sono stati registrati quasi 2,5 milioni di utenti unici).
E’ quanto si evince dall’Indagine conoscitiva sull’informazione locale presentata oggi dall’Autorità garante per le Comunicazioni, che ha analizzato caratteristiche e dinamiche di domanda e offerta di informazione in Italia, con focus sull’ambito locale. Nella nostra Regione – secondo l’Indagine – l’84% dei siciliani si interessa di informazione locale ed è spiegato che, dopo il Tgr Rai, la fonte di informazione più importante è la Sicilia.
«Il settore ha subito colpi notevoli dalla diffusione del web – spiega il presidente Agcom, Angelo Marcello Cardani – Sono tendenze difficilmente rovesciabili. Non bisogna fare una battaglia di rallentamento, ma trovare nuove direzioni e risposte. L’ambito locale – aggiunge – è importante anche perché costituisce un tessuto di comunità». La Rai attraverso il TGR è il primo gruppo di riferimento per l’informazione locale in 14 regioni (compresa, come abbiamo visto la Sicilia).
«Come sta l’editoria in Italia? Dal punto di vista dell’offerta male, ma la domanda è altissima, spasmodica – ha detto il sottosegretario all’editoria Vito Crimi che ha annunciando a marzo gli Stati Generali dell’informazione e dell’editoria -. Bisogna interagire il più possibile con i cittadini e in generale a sfruttare i nuovi mezzi e valutare la possibile remunerazione dei contenuti su web sul principio della credibilità: il New York Times è un esempio»
«L’informazione è un bene necessario per la democrazia» ha proseguito – il Direttore generale della Fieg, Fabrizio Carotti, ricordando i danni della pirateria on line e «i cali di vendite tra 25-50% nella stampa locale. Un ripensamento dei finanziamenti è necessario – dice – è vero che tutta la filiera è in sofferenza», mentre se esiste un problema di mercato «ad esempio pubblicitario, bisogna rimuovere le cause».
«Si deve ripartire dai cittadini e dai territori», dice il Coordinatore nazionale Corecom, Filippo Lucci, citando il caso de Il centro che ha portato «a 70 pagine la cronaca locale». Ma se «senza alcune tv locali mancherebbero interi presidi informativi, ad esempio al Sud», come avverte il presidente Confindustria Radio Tv Francesco Siddi, «con l’arrivo della rete 5G e la ripartizione delle frequenze – denuncia il segretario di Aeranti, Fabrizio Berrini – le tv locali saranno massacrate».
I dati confermano l’attenzione altissima dei nostri lettori sia nell’ambito dell’edizione cartacea che in quella on line. Da parte nostra la promessa di rimanere sempre un presidio di democrazia nel garantire il pluralismo culturale e politico.