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La Sea Watch vaga per il Mediterraneo Insorgono i vescovi: «Accogliere i migranti»

Di Redazione |

Si alza la voce dei vescovi siciliani sulla vicenda della nave Sea Watch che ha vagato per giorni per il Mediterraneo con 49 profughi a bordo in attesa di un porto. Malta ha solo accettato di far entrare la nave della Ong nelle sue aque per rifornirla, negando gli sbarchi, mentre il governo italiano si è diviso sul tema perché uno dei vicepremier, Luigi Di Maio, ha annunciato che il nostro Paese accoglierà le donne e i bambini ottenendo però un secco no dall’altro vicepremier Matteo Salvini.

«C’è un dramma che chiede un’urgente risposta umana: confidiamo che i governanti dell’Europa e della nostra Italia ascoltino» ha detto il vescovo di Noto, Antonio Staglianò, delegato della Conferenza episcopale Siciliana per le migrazioni. «Tanta gente si rivolge alla Chiesa dicendo la propria disponibilità ad accoglierli, segno che la pietà umana è viva – continua Staglianò -. Viene chiesto alla politica di fare passi di pace e quindi di attenzione all’uomo che soffre, e solo così sarà vera politica, come ha sottolineato Papa Francesco nel messaggio della Giornata mondiale della pace».

Quindi, l’invito del vescovo a «continuare a pensare che la questione dei migranti richieda di mettere al centro l’uomo, la sua sofferenza, la sua dignità, la chiamata ad essere tutti insieme l’unica famiglia umana».

In campo anche il vescovo di Piazza Armerina Rosario Gisana: «Rimango scandalizzato perché l’Italia che è sempre stata una nazione accogliente, aperta, adesso sta attraversando questo momento di chiusura a mio parere assurdo perché non è corrispondente alla nostra condizione di persone accoglienti. Per me la situazione è drammatica e contraddittoria, perché naturalmente contraddice la nostra natura, ma siamo sotto l’egida di una legge che secondo me va rivista. «Ci sono da tempo germi di razzismo, c’è gente che non ha una forte esperienza di fede – continua monsignor Gisana – Serve uno scatto di responsabilità da parte delle istituzioni, non solo da un punto di vista politico ma anche da un punto di vista ecclesiale. Le istituzioni hanno l’obbligo di prendere provvedimenti seri su questo argomento».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA